Daspo alle persone senza dimora, Lbc: “Fallimento delle politiche sociali”

Il movimento: "Ci chiediamo come possa la sindaca, delegata nazionale dell’Anci al Welfare, accettare che si applichi questa procedura"

“Al Tavolo del contrasto alla povertà è stato annunciato che il Comune di Latina ha chiesto di aderire alla Federazione italiana degli organismi delle persone senza dimora. Oggi invece l’amministrazione mette in campo azioni che vanno nella direzione totalmente opposta rispetto alla comprensione e presa in carico del fenomeno. E lo fa con una proposta di delibera e un nuovo regolamento di polizia urbana già pronto, senza alcuna concertazione e senza alcun coinvolgimento del Welfare e degli enti che compongono il Tavolo della povertà.  Il Daspo urbano per le persone senza dimora è il fallimento di ogni politica sociale”. 

A commentare la misura, discussa in commissione Pianificazione, è Latina Bene Comune, per voce della segretaria Elettra Ortu La Barbera e dei consiglieri Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton.  “L’approccio al contrasto della povertà dovrebbe essere radicalmente diverso – spiega la segretaria del movimento – Non basta nascondere ciò che non si vuole vedere. Non basta spostarlo da un’altra parte. Pur comprendendo le difficoltà dei cittadini e dei residenti, non è questa la soluzione a un’emergenza che è prima di tutto sociale e non solo di sicurezza. Di certo poi, non è il Daspo, come si è paventato in commissione, la risposta al bullismo e al disagio giovanile, temi che vanno invece affrontati con strumenti completamente diversi. Ci chiediamo a questo punto come possa la sindaca Celentano, delegata nazionale dell’Anci al Welfare, accettare che nella sua città si applichi questo tipo di procedura nei confronti dei più fragili- Proprio lei dovrebbe invece essere portatrice di soluzioni che vanno in tutt’altra direzione, a partire dall’utilizzo di soldi pubblici per progetti di contrasto alla povertà, come l’housing first. E’ evidente inoltre che i luoghi in cui si concentrano le situazioni di maggiore difficoltà sono anche quelli in cui le persone senza dimora trovano rifugio e assistenza, come la mensa della Caritas, a ridosso del Villaggio Trieste e il dormitorio del Colosseo. Come pensa, l’amministrazione, di risolvere questo problema?”. 

“Il divieto di bivacco nei parchi pubblici era già stato inserito nel regolamento di polizia urbana nel 2019 – spiegano poi i consiglieri – in accoglimento di una legge nazionale. Non era però mai stato applicato perché non venivano individuate delle ‘zone rosse’. La loro individuazione all’interno della città, implicherà ora che le persone che dormono in luoghi pubblici, semplicemente, si sposteranno altrove. Su un argomento tanto delicato non ci saremmo mai aspettati che si sarebbe arrivati con una proposta di delibera e un regolamento già pronti, senza alcun confronto e nessuna analisi della situazione con chi si occupa di questo fenomeno. Avrebbero dovuto essere usati tutti gli accorgimenti e gli approfondimenti necessari per comprendere la reale portata di questa misura. Anche questa manovra dunque rischia di essere semplicemente fumo negli occhi, che non servirà a risolvere l’emergenza ma solo a fare propaganda. Poniamo infine un altro problema: una persona che non rispetta un Daspo è inflitta una pena di un anno di carcere. Le persone fragili che vivono in condizioni di disagio potrebbero sottostimare questo provvedimento e finire arrestati, aggravando il problema di un carcere già sovraffollato”.

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