I consiglieri comunali dell’opposizione non hanno partecipato alla seduta della commissione Urbanistica convocata ieri mattina per discutere dell’adozione della variante alle norme tecniche attuative del Piano regolatore generale, con riferimento all’introduzione dell’istituto della perequazione.
Secondo i gruppi consiliari di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032, la convocazione – firmata dal presidente Roberto Belvisi – sarebbe stata finalizzata unicamente ad anticipare la trattazione dello stesso argomento già inserito all’ordine del giorno della commissione Trasparenza, convocata per giovedì 8 maggio dalla presidente Floriana Coletta.
«Una modalità scorretta – sottolineano i consiglieri – volta a impedire alla commissione Trasparenza di esercitare le proprie funzioni e prerogative. Si è trattato di un atto strumentale e pretestuoso, privo dei necessari documenti allegati e di una reale urgenza».
Il tema era stato già condiviso con l’assessora all’Urbanistica Annalisa Muzio per una seduta ad hoc della commissione Trasparenza, inizialmente prevista per metà aprile e poi slittata per impegni dell’assessora e istituzionali. Solo successivamente, due giorni fa, a seguito della convocazione della Trasparenza, è arrivata quella in urgenza della commissione Urbanistica da parte di Belvisi, senza un’istruttoria completa e con modalità ritenute inopportune.
«Il comportamento del presidente della commissione Urbanistica – preannunciato anche informalmente per dissuadere dal trattare il tema in Trasparenza – rappresenta un precedente gravissimo, già segnalato al presidente del Consiglio comunale Raimondo Tiero» denunciano i consiglieri di opposizione. «Nonostante l’assenza di motivazioni fondate per l’urgenza e dei documenti necessari, il presidente Belvisi ha di fatto delegittimato la commissione Trasparenza, il suo ruolo di controllo e le finalità del lavoro che questa porta avanti».«La convocazione della seduta odierna – concludono – non avrebbe dovuto essere consentita, considerati la sua evidente strumentalità e l’intento di ostacolare l’attività dell’unica commissione presieduta da un’esponente dell’opposizione».