“Il dollaro non è più il re del mondo”, l’intervento di Confartigianato Latina

I dati parlano chiaro: il dollaro è diventato instabile. Nel 2024 ha guadagnato il 7%, poi nei primi mesi del 2025 ha perso l’8%

Negli Stati Uniti, sempre più banche stanno ricevendo una richiesta chiara da parte dei loro clienti internazionali: “Non vogliamo più essere pagati in dollari, ma in euro, yuan, peso, dollari canadesi…”. È una tendenza che può sembrare tecnica, ma in realtà ci racconta molto sul cambiamento che stiamo vivendo.

Per 80 anni il dollaro è stato la valuta di riferimento a livello globale, un pilastro per gli scambi commerciali. Oggi rappresenta ancora il 58% delle riserve mondiali. Ma qualcosa sta cambiando.

I dati parlano chiaro: il dollaro è diventato instabile. Nel 2024 ha guadagnato il 7%, poi nei primi mesi del 2025 ha perso l’8%. Per un’impresa che importa, esporta o lavora su commesse internazionali, questa altalena è un problema serio. Ecco perché tanti iniziano a preferire altre valute, come l’euro, che negli ultimi anni ha dimostrato una maggiore stabilità.

Ma perché sta succedendo proprio adesso? Perché stiamo vivendo un cambiamento più profondo: il mondo si sta spostando verso un sistema multipolare, anche a livello monetario. Gli Stati Uniti, complice un approccio più protezionista e alcune scelte geopolitiche (come le sanzioni alla Russia), stanno perdendo centralità.

Allo stesso tempo: molti paesi stanno diversificando le loro riserve per ridurre la dipendenza dal dollaro, cresce l’interesse verso le valute digitali e le transazioni più flessibili, e l’Europa, con l’euro, ha l’opportunità concreta di conquistare un ruolo da protagonista.

Per le nostre imprese, per chi esporta e per chi si affaccia ai mercati esteri, è fondamentale capire questo scenario. Significa poter ragionare su nuovi strumenti di pagamento, gestire il rischio cambi in modo più strategico, e magari trovare in Europa un terreno più solido su cui costruire relazioni commerciali.  L’Europa ha un’occasione storica. Ma deve giocarsela bene. Serve una vera unione dei mercati di capitale, accordi commerciali concreti, e la volontà di fare dell’euro non solo una moneta forte, ma una scelta affidabile per chi fa impresa.

Non è il momento di abbassare la guardia. È il momento di osservare, capire e prepararci. Anche nel nostro territorio, anche per le piccole imprese, anche per chi fino a ieri pensava che queste fossero solo dinamiche da multinazionali. Io credo che le nostre imprese abbiano tutto il diritto – e tutte le capacità – per essere parte attiva di questo nuovo scenario. E come Confartigianato Latina, ci impegneremo a fare la nostra parte per accompagnarvi.

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