Caro bollette e cartelle esattoriali, interviene Italia Sovrana e Popolare

Maurizio Recchia dichiara: "Sono due grandi pesi sulle spalle dei cittadini dovute anche agli errori del governo"

Le cartelle esattoriali e il caro bollette sono due grandi pesi sulle spalle dei cittadini dovute anche agli errori del governo. Noi di Italia Sovrana e Popolare vogliamo alleviare questo peso attraverso azioni concrete e immediate”.  E’ quanto afferma il candidato alla Camera per Italia Sovrana e Popolare alle elezioni politiche del 25 settembre prossimo, che spiega le sue posizioni.  

“Il Governo ha emanato il 17 dicembre 2021, in piena pandemia, la Legge n. 215 che prevede l’impossibilità di chiedere l’annullamento di ruoli esattoriali non notificati o con errori nelle procedure di notifica. Poiché il ricorso contro le cartelle esattoriali va fatto entro 60 giorni, in caso di mancata notifica il ruolo diventa definitivo. Il fatto più grave è che se l’importo dovuto supera i 20000,00 Euro l’esattore può pignorare addirittura la prima casa quindi il cittadino può vedersi mettere all’asta il proprio immobile senza nemmeno saperlo. Questo atteggiamento aggressivo e immotivato da parte del Governo, lesivo dei diritti di trasparenza nei rapporti con la pubblica amministrazione, è del tutto inaccettabile. Italia Sovrana e Popolare chiederà l’abrogazione della norma liberticida e si farà promotore di un condono tombale inerente le cartelle esattoriali. Prevediamo parimenti di riconoscere ai cittadini in regola con i pagamenti all’agenzia delle entrate un credito del 30 per cento delle proprie imposte per non penalizzare i contribuenti virtuosi. Il combinato di queste proposte servirà a dare un po’ di respiro alla situazione finanziaria di imprese e comuni cittadini attualmente alle prese anche con il caro bollette.  

Su quest’ultimo argomento si sottolinea che l’ENI, società parzialmente privatizzata nel 1992 dal Governo Amato tanto che ora lo Stato ne detiene solo il 30% delle quote azionarie, continua ad acquistare dalla Russia l’80% del fabbisogno di gas del nostro Paese al costo di circa 2 dollari per unità di prodotto e soltanto il 20% (prima della guerra in Ucraina era il 10%) di gas americano liquefatto e rigassificato in Europa ad un valore che per una speculazione finanziaria nella borsa di Amsterdam è salito intorno a 87 dollari per unità di prodotto. Da questo quadro risulta evidente che i rincari stratosferici chiesti in bolletta, pur essendo contrattualmente legali, risentono di una struttura di determinazione dei prezzi al consumo non giustificati da un effettivo aumento del costo generale di approvvigionamento. Questa situazione porterà nei prossimi mesi ad un grave impoverimento dei nostri cittadini con conseguenze facilmente immaginabili per quanto riguarda proteste e poderose manifestazioni di piazza.  

ITALIA SOVRANA E POPOLARE – conclude Recchia – chiederà di porre fine a questa manovra che somiglia molto alla “distruzione creativa” delle piccole e medie imprese italiane tanto decantata dal report del gruppo dei 30 redatto a dicembre del 2020 da Franco (che all’epoca non era ancora ministro dell’economia) e firmato da Mario Draghi, che risente delle suggestive esortazioni del World Economic Forum inerenti il Grande Reset. Poiché ENI agisce sul mercato italiano in virtù di una concessione statale se i cittadini ci daranno il loro sostegno il 25 settembre saremo in grado di proporre la cessazione della concessione in assenza di annullamento delle attuali bollette e la ricalibratura dei prezzi al consumo più consona rispetto all’effettivo costo di approvvigionamento generale del gas da parte di ENI”.  

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