A pochi giorni dalla scadenza dell’appalto per il servizio di integrazione scolastica per alunni con disabilità (fissata al 30 giugno 2025), esplode la protesta dei sindacati. In una nota durissima, il segretario generale della Funzione Pubblica CGIL, Vittorio Simeone, denuncia la totale assenza di programmazione e trasparenza da parte dell’Amministrazione comunale.
Il servizio, essenziale per garantire il diritto allo studio di centinaia di minori con disabilità, è stato recentemente trasferito dai Servizi Sociali alla Pubblica Istruzione, ma – secondo il sindacato – senza un chiaro indirizzo politico. Il risultato è un quadro segnato da “ritardi nella variazione di bilancio, nessuna comunicazione ufficiale sul futuro del servizio e nessuna garanzia sulla sua continuità”, con oltre 100 operatori e numerose famiglie in una situazione di totale incertezza.
“Parliamo di un servizio che rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sanciti dal D.Lgs. 66/2017 – si legge nella nota –. Ogni interruzione o riduzione non sarebbe solo inaccettabile dal punto di vista sociale, ma potrebbe comportare gravi responsabilità giuridiche e contabili per il Comune”.
L’attacco si allarga anche alla recente esperienza dei centri diurni per persone fragili, dove – accusa il sindacato – il cambio appalto gestito senza programmazione ha portato a tagli delle ore lavorate e al peggioramento delle condizioni contrattuali del personale delle cooperative sociali. “Una gestione fallimentare – si legge – che ora rischia di ripetersi, in maniera ancora più grave, nel servizio di integrazione scolastica”.
La FP CGIL ha chiesto formalmente un incontro urgente con il Sindaco e lancia un ultimatum: se entro 48 ore non arriverà una convocazione ufficiale, partiranno le mobilitazioni pubbliche, con manifestazioni già dalla prossima settimana.
“La misura è colma – dichiara Simeone –. Non possiamo più permettere che servizi essenziali vengano bloccati da giochi politici interni alla maggioranza. Al Sindaco chiediamo di assumersi fino in fondo la responsabilità del suo ruolo: servono atti concreti, impegni formali e numeri certi. Non promesse da marinaio”.
Un messaggio chiaro che punta dritto al cuore della giunta: “Chi governa ha il dovere giuridico e morale di garantire i diritti delle persone fragili e la dignità dei lavoratori. E se non lo fa, ne risponderà politicamente e legalmente”.