Corpi “filtrati” e vite ritoccate: l’estate dei social e la trappola dell’inadeguatezza

I modelli estetici irraggiungibili aumentano la distanza dalla realtà: i giovani si sentono sempre più “sbagliati”

Pance piatte, pelle senza imperfezioni, fisici scolpiti, sorrisi sempre perfetti. Scorrere un feed social durante l’estate è come sfogliare un catalogo di vite ideali, corpi da copertina e tramonti infiniti. Ma dietro l’estetica patinata di Instagram e TikTok si nasconde spesso una verità più cruda: quella dell’inadeguatezza crescente vissuta soprattutto dai più giovani, che si confrontano ogni giorno con modelli irrealistici, modificati digitalmente o costruiti attraverso filtri, app e – sempre più spesso – ritocchi chirurgici.

L’estate e la pressione dell’immagine

La stagione estiva amplifica tutto: il corpo viene esposto, mostrato, giudicato. E i social diventano il palco su cui sfilano fisici apparentemente perfetti. Ma il confronto non è mai equo, perché ciò che si osserva è spesso ritoccato, posato, selezionato. Le app per modificare il corpo sono ormai diffuse quanto quelle per modificare il volto: una vita più sottile, una pelle più liscia, una luce studiata ad hoc. Il risultato è una realtà alterata in cui il corpo naturale sembra non avere più diritto di cittadinanza.

Modelli inesistenti, effetti reali

Il problema non è solo estetico, ma profondamente psicologico. Adolescenza e giovinezza sono fasi delicatissime, in cui la costruzione dell’identità passa anche attraverso il riconoscimento del proprio corpo. Quando questo confronto quotidiano con la perfezione “social” diventa la norma, il rischio è quello di sviluppare ansia, frustrazione, disturbi dell’alimentazione, dismorfofobia e depressione.

Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, più del 60% dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni dichiara di sentirsi a disagio con il proprio corpo, e più del 30% ha ammesso di aver evitato situazioni sociali (come la spiaggia o una foto di gruppo) per paura del giudizio.

Non è solo un filtro: è pressione sociale

A peggiorare il quadro è la normalizzazione del ritocco estetico. Interventi come filler, botox, lip filler o addominoplastica vengono raccontati sui social da influencer giovanissimi con la leggerezza di chi si fa una manicure. Una narrazione spesso priva di consapevolezza, che alimenta l’idea che per piacersi – e piacere agli altri – servano correzioni, non accettazione.

È necessario e urgente educare a un uso critico dei social e a una nuova alfabetizzazione dell’immagine. Il corpo non è un prodotto da migliorare, ma una parte di sé da conoscere, rispettare, valorizzare. Serve più realtà e meno perfezione. Serve il coraggio di mostrarsi per come si è, con i propri difetti, le insicurezze, le forme non scolpite. Perché non esiste un corpo perfetto. Esiste un corpo vero.

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