L’Agro Pontino, noto ai più per le sue bonifiche novecentesche e le città razionaliste, si conferma ancora una volta un crocevia storico di straordinario valore. Una recente scoperta archeologica, effettuata dal ricercatore storico Emiliano Ciotti presidente ANVM, potrebbe infatti cambiare l’inquadramento storiografico degli scontri tra Romani e Celti (Galli) nel Latium meridionale, suggerendo la presenza diretta di truppe galliche nella pianura pontina in epoca repubblicana.
La scoperta: monete celtiche donate al Museo Archeologico di Priverno
Durante un’indagine sul territorio avvenuta nel 2021, Emiliano Ciotti ha individuato un importante ritrovamento numismatico: alcune monete di conio gallico, risalenti verosimilmente al IV-III secolo a.C., rinvenute in un’area rurale compresa tra Latina e Terracina, nel cuore dell’antica pianura pontina.
Le premonete celtiche a forma di ruota o anelli realizzate in bronzo, reperti estremamente rari nel Lazio meridionale, rafforzano l’ipotesi di una presenza militare o di transito di contingenti gallici nella zona in un periodo in cui Roma stava consolidando il proprio dominio nel sud della penisola.
Ciotti ha successivamente donato gli oggetti, compreso un anello gemino ovvero un tendi arco romano, al Museo Archeologico di Priverno, dove sono oggi custoditi.
Una battaglia dimenticata?
Le fonti classiche — in particolare Tito Livio e i Fasti Triumphales — parlano di numerosi scontri tra l’esercito romano e bande galliche in Italia centrale nel corso del IV secolo a.C., spesso in alleanza con popolazioni italiche ostili a Roma, come i Volsci e i Latini ribelli.
La zona dell’Agro Pontino, poco urbanizzata e coperta da paludi e boschi, costituiva un’area vulnerabile e strategica per il passaggio verso la Campania. È verosimile che i Galli abbiano tentato di penetrare nel Lazio meridionale, dando vita a scontri localizzati nei pressi di città come Satricum, Norba, Privernum e Setia. Proprio in questo contesto potrebbe essere avvenuta una battaglia minore ma significativa tra una legione romana e truppe galliche, oggi quasi dimenticata ma forse confermata da questi ritrovamenti archeologici.
Implicazioni storiche e archeologiche
«La presenza di monete galliche nell’Agro Pontino non è casuale. Si tratta di evidenze materiali che dimostrano contatti diretti tra i Celti e i territori del basso Lazio in un momento di forte instabilità politica e militare» – spiega Ciotti – «Non è da escludere che piccoli contingenti gallici siano discesi lungo l’Appennino centrale, in cerca di alleanze o territori da saccheggiare. Le monete potrebbero essere state perdute da soldati o mercanti, o depositate come parte di un bottino di guerra».
Una storia che riemerge dalle paludi
La scoperta di Emiliano Ciotti non è solo un tassello archeologico, ma una chiave per riscrivere un capitolo poco noto della storia romana, che mostra come l’Agro Pontino non fu solo teatro di bonifiche moderne, ma anche campo di battaglia nell’età della Repubblica, in un’epoca in cui Roma combatteva per consolidare il proprio controllo sui territori italici.
Questa “battaglia invisibile” tra Romani e Galli potrebbe un giorno entrare a pieno titolo nei manuali, ma intanto resta impressa nelle monete silenziose, ora custodite a Priverno: testimoni muti di un passato guerriero che continua a parlare.