“Finalmente si sono conclusi i lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico del plesso scolastico di S. Cataldo in Suio. Con enorme ritardo l’amministrazione Pompeo annuncia che in quest’anno scolastico gli studenti che frequentano il plesso di S. Cataldo potranno rientrare nelle aule del loro edificio originario. Un traguardo, a nostro avviso, tutt’altro che puntuale (come da loro affermato)”.
Lo dichiara in una nota il gruppo consiliare PD con Giuseppe Rosato, Giancarlo Cardillo e il Segretario PD Ferdinando Orlandi.
“Con piacere apprendiamo che quantomeno in questa circostanza hanno avuto l’onestà intellettuale di riconoscere che l’intervento, (così come anche quello del plesso di S. Martino), è stato possibile grazie ad un finanziamento regionale di quasi 1 milione di euro reperito durante la nostra gestione, nella quale, tra l’altro, abbiamo anche avviato l’affidamento dei lavori. Non siamo totalmente d’accordo invece sul fatto che dopo il cambio di amministrazione i lavori abbiano potuto proseguire in modo continuativo; infatti, non poche sono state le complicanze che hanno comportato un ingente rallentamento dell’iter a discapito delle famiglie di Suio che si sono ritrovate a dover provvedere ad adeguarsi al disagio per ben due anni scolastici.
A tal proposito ci saremmo aspettati un pizzico in più di umiltà ed equilibrio nell’annunciare la consegna del plesso, ma anche in questo caso ci siamo ritrovati a dover leggere un passaggio polemico in cui l’amministrazione Robin Hood porta a casa il risultato nonostante la “diffidenza e le previsioni di alcuni”. un tentativo di vittimismo piuttosto malriuscito, anche perché crediamo che non ci sia assolutamente diffidenza nel dire che dei lavori che stavano proseguendo in ritardo, fossero in ritardo.
L’augurio (e la speranza), ad oggi, è che la consegna del plesso a due settimane prima dall’inizio dell’anno scolastico sia indicatore del fatto che le attività si siano pienamente svolte in toto e che garantiscano la completa sicurezza e fruibilità dell’edificio. Non vorremmo di certo assistere ad ipotesi in cui la scuola vada nuovamente chiusa sospendendo le attività didattiche per completare qualche dettaglio, o, peggio ancora, che alcune rifiniture vengano effettuate dopo il trasferimento degli alunni nel plesso, compromettendo la loro salvaguardia per “simulare” un traguardo, che in realtà rischia di essere una nuova -pericolosa- partenza”.