Alessio Macera, ala piccola classe 2004 originario di Formia, è stato tra i grandi protagonisti della seconda edizione del BIP – Basket in Piazza, andata in scena a Latina. Le sue prestazioni di alto livello, i tanti punti messi a referto e le giocate spettacolari lo hanno messo sotto i riflettori, confermandolo come uno dei talenti emergenti del panorama cestistico locale. Un momento importante per Macera, che arriva al termine di una stagione sportiva complessa, vissuta tra Mola e Bisceglie. Ora il giovane atleta è pronto a ripartire più vicino a casa: nella prossima stagione vestirà infatti la maglia di Scauri, con l’obiettivo di continuare il suo percorso di crescita, dentro e fuori dal campo. FrosinoneNews e LatinaNews hanno avuto il piacere di incontrarlo per un’intervista esclusiva, in cui ci ha raccontato il suo cammino, le esperienze recenti e i progetti per il futuro.
Facendo un bilancio, come definiresti la stagione sportiva appena conclusa?
“È stato un anno tutt’altro che semplice, ho affrontato diverse difficoltà. Tuttavia, ho concluso la stagione a Bisceglie, in un gruppo davvero fantastico, con giocatori che hanno reso l’esperienza molto significativa. Avere al mio fianco atleti di grande esperienza, come Marcelo Dip – un nome conosciuto in tutta Italia – mi ha aiutato molto a crescere. Penso che, oltre a giocare, sia fondamentale fare esperienza anche fuori dal campo. Se non si esce di casa, ci sono tante cose che non si imparano. Vivere da soli, gestire la propria quotidianità lontano dalla famiglia è parte della crescita, sia a livello cestistico che personale. Questo, secondo me, influisce molto sulla formazione di un giocatore. C’è chi lo fa da giovane; io è da due o tre anni che ho intrapreso questo percorso”.
Com’è stata per te l’esperienza di partecipare al torneo BIP – Basket in Piazza?
“Mi sarebbe davvero piaciuto partecipare già qualche anno fa, magari nel pieno del suo splendore, quando c’era ancora il Tosarello. Detto ciò, rispetto all’edizione dell’anno scorso, posso dire che quest’anno è stato incredibile soprattutto per l’affluenza di pubblico. I due palchi laterali, assenti nella precedente edizione, hanno sicuramente aggiunto valore. Hanno anche agevolato la presenza degli spettatori: stare un’ora e mezza in piedi non è semplice, e quei palchi hanno reso tutto più fruibile. Mi è piaciuto tantissimo. Era un torneo che aspettavo da tempo, durato ben 20 giorni, e non vedevo l’ora di viverlo. Non nego che ho formato la squadra proprio con l’obiettivo di vincere, anche perché la cornice di pubblico è importante e coinvolgente. Mi sono divertito molto. Anche l’organizzazione è stata eccellente: c’erano persone che commentavano le partite, e la gara fino al secondo quarto, inizio del terzo, è stata davvero bella e divertente da giocare. L’unico aspetto un po’ complicato, non negativo ma delicato, è stato l’inserimento delle ragazze nel contesto di gioco. Se ben integrate, possono rappresentare un vero vantaggio per la squadra. Rispetto all’anno scorso, quando era obbligatorio un quarto con due ragazze in campo, quest’anno non c’era più quella regola. Noi infatti avevamo portato quattro ragazze proprio in previsione di quella norma. Forse si potrebbe fare di più per valorizzarle all’interno del torneo”.
Dal punto di vista sportivo, com’è andato il torneo per te e per la tua squadra?
“È stata un’esperienza bellissima, a prescindere dall’esito della finale o del percorso fatto. Ho formato io stesso la squadra: sia la parte maschile che quella femminile, inclusa Asia Salvucci. La maggior parte dei componenti siamo amici, ci conosciamo tutti, proveniamo dalla stessa zona. Alcuni hanno già giocato insieme, altri no, a parte due o tre ragazzi – come Natalini – che arrivavano da fuori. La nostra vera forza è stato il gruppo. Fin da subito ho detto sia a Vincenzo, che ai ragazzi, che quello sarebbe stato il nostro punto di forza. Vincenzo è un po’ il nostro responsabile, anche se quest’anno si è visto poco per problemi personali e lavorativi. Non abbiamo mai avuto screzi, né liti: una cosa rara, che invece ho notato in altre squadre dove c’erano spesso tensioni tra giocatori e allenatori. Noi, invece, eravamo lì per divertirci. A prescindere dal risultato, eravamo felici. E questo ha fatto la differenza”.
Hai già preso una decisione per la stagione 2025-2026?
“Sì, ho firmato da poco con Scauri. Ho scelto questa soluzione anche perché devo concentrarmi sulla laurea triennale, quindi mi troverò a gestire l’impegno da giocatore e quello da studente. Restare nei dintorni mi permette di equilibrare al meglio entrambe le cose, anche perché quest’anno sono riuscito a farlo con soddisfazione. Il progetto mi è piaciuto molto, conosco già le persone che ne fanno parte, sono della zona, e quest’anno ho preferito dare continuità a questo percorso”.