Scuola, gli indirizzi ‘Made in Italy’ esistono già ma sono tecnici e non licei

Secondo il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Giannelli, quella della Meloni è una "strategia per risollevare le iscrizioni"

“Ragioniamo su un liceo del Made in Italy che spieghi il legame profondo che esiste tra la nostra cultura e la nostra identità”. L’idea di un liceo del Made in Italy, lanciata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la sua visita al Vinitaly di Verona, sta facendo discutere il mondo della scuola e della politica. Ma cos’è il liceo del Made in Italy? E perché Fratelli d’Italia punta a istituirlo? Già nel corso della campagna elettorale, durante un evento a Termoli (Campobasso), Meloni aveva parlato del prestigio del marchio italiano, aggiungendo che bisogna “investire su questo, difendere il marchio, formare i nostri giovani- aveva detto- Voglio in Italia un liceo del made in Italy che formi i giovani per dare continuità a una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti”.

Ma scuole e indirizzi che formano gli studenti sugli ambiti proposti da Meloni, esistono già. Ci sono gli istituti agrari e turistici, i licei alberghieri, e poi gli istituti di moda e grafica, e i licei artistici, musicali e coreutici. C’era quindi bisogno di un nuovo liceo del Made in Italy? Per il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, il problema è che “le iscrizioni agli istituti tecnici stanno diminuendo sempre di più, quindi credo che la strategia comunicativa della presidente del consiglio sia quella di puntare su un ‘liceo’ perchè i licei sono in costante crescita in Italia. Purtroppo la definizione di istituto tecnico respinge un po’ le famiglie. L’idea è quindi quella di mettere insieme la gestione del business aziendale con materie tipiche degli istituti tecnici come enogastronomia, agraria e moda”.

Subito dopo il suo insediamento, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, di Fratelli d’Italia, aveva spiegato che “il nuovo percorso è differente dagli indirizzi attuali. Nelle intenzioni di Fratelli d’Italia dovrebbe plasmare una classe dirigente in grado di promuovere i nostri prodotti all’estero”. Come si legge del programma di FdI, l’obiettivo è “formare gli studenti anche con tirocini e scambi culturali all’estero, tramite le nostre rappresentanze diplomatiche, sia dal punto di vista della conoscenza della produzione italiana di alto livello, sia della promozione delle attività di business orientate verso il mercato estero”.

Si tratterebbe, quindi, secondo Antonello Giannelli, di un liceo in grado di raccogliere competenze e conoscenze tecniche ma con una preparazione che comprenda anche storia, lettere e matematica. “Un istituto a tutto tondo, che possa essere competitivo con i licei, perché il problema da affrontare è la caduta di iscrizioni negli istituti tecnici”, ribadisce il presidente di Anp. Insomma, per risollevare le iscrizioni agli istituti tecnici, la proposta del governo è quella di chiamarli “licei”. – Fonte www.dire.it –

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