All’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena è stato realizzato il primo reimpianto di tessuto ovarico crioconservato con tecnica robotica a singolo accesso. L’intervento, condotto dall’équipe di Enrico Vizza, direttore della Ginecologia Oncologica e del Centro di Oncofertilità IFO, ha permesso a una giovane donna guarita da tumore di tornare fertile: a quattro mesi dall’operazione ha ripreso il ciclo mestruale. L’utilizzo della chirurgia robotica 3D monoaccesso ha dimezzato i tempi rispetto alla laparoscopia tradizionale (30 minuti contro oltre un’ora), riducendo lo stress sul tessuto e aumentando le possibilità di attecchimento e ripresa della funzionalità ovarica. L’accesso avviene da un’unica incisione di 2,5 cm nell’ombelico, con massima precisione e minimo impatto sui tessuti.
Secondo Vizza, questa innovazione “aumenta le chance di successo per le pazienti oncologiche, restituendo loro la prospettiva di diventare madri”. Il traguardo è frutto della rete di oncofertilità che unisce Regina Elena, Gemelli, Bambino Gesù, Pertini e ASL Roma 1, unica in Italia. Grazie a protocolli condivisi, le pazienti possono essere seguite in modo continuativo: l’espianto del tessuto avviene nello stesso ospedale di cura oncologica e viene poi crioconservato nella Banca del Tessuto Ovarico e Cellule Germinali IFO, unica nel Lazio certificata dal CNT. Dal 2018 il Centro ha seguito circa 400 giovani donne, oltre 100 hanno crioconservato tessuto ovarico; la funzionalità ovarica riprende nel 90-100% dei casi e la gravidanza si verifica nel 30%. Le testimonianze di pazienti, come Tiziana, protagonista del primo reimpianto robotico, e Sara, oggi madre dopo un percorso simile, hanno dato voce a una speranza concreta: dalla malattia a una nuova progettualità di vita.