Colpo di scena nelle indagini sul delitto di Suio Terme costato la vita a Giovanni Fidaleo, titolare della struttura alberghiera, e il ferimento di Miriam Mignano, entrambi colpiti dai colpi di pistola sparati da Giuseppe Molinaro, il carabiniere che poi si è andato a costituire e che attualmente si trova ancora in carcere. Ieri mattina gli inquirenti hanno potuto interrogare proprio la 31enne, ricoverata al “Gemelli” di Roma dopo le due operazioni subite per le ferite riportate dai colpi inferti.
La donna, stando alle indiscrezioni, avrebbe in larga parte confermato le ricostruzioni fornite da Giuseppe Molinaro. Un colloquio lungo quello dei carabinieri con la 31enne, con il contenuto secretato su disposizione della pm titolare delle indagini, Chiara D’Orefice, nell’attesa di confrontarle con quelle dello stesso Molinaro. Ma quello che è trapelato lascia pensare che la Mignano abbia confermato le tesi del carabiniere. Entrambi avrebbero raggiunto la struttura alberghiera di Suio Terme proprio per avere un confronto con Fidaleo. Sarebbero arrivati con due macchine diverse, con la sua Ford Focus Molinaro, con una macchina prestata da un amico la Mignano.
Una volta visti i due, Fidaleo avrebbe iniziato a minacciare il carabiniere con una spranga di ferro poi ritrovata sul luogo del delitto e repertata. Nella colluttazione che ne sarebbe sorta, Molinaro si sarebbe sentito in pericolo, avrebbe estratto dalla fondina la sua pistola d’ordinanza e sarebbe riuscito a caricarla per poi rivolgerla verso Fidaleo e iniziare a colpire. I due colpi inferti ai danni di Miriam Mignano sarebbero stati, quindi, frutto di un intervento della stessa donna che si sarebbe messa in mezzo a cercare di far da paciere.
Sull’interrogatorio della 31enne sono emerse solo alcune indiscrezioni in base alle quali la ragazza sembra aver confermato almeno in parte la versione del carabiniere, che aveva spiegato agli investigatori di aver avuto quel giorno un appuntamento con lei e che entrambi avevano raggiunto l’albergo di Suio con auto diverse. Dovevano chiarirsi ed avere probabilmente anche un chiarimento con il direttore dell’hotel in cui la donna aveva lavorato. Poi, gli spari dall’arma di ordinanza di Molinaro.