Le Province chiedono una riforma chiara e maggiore sostegno economico per i dipendenti pubblici

Per provare a smuovere tale situazione il Direttivo ha delegato il Presidente nazionale a predisporre delle singole proposte di legge

Ieri il Presidente Stefanelli ha partecipato alla seconda seduta del Direttivo Nazionale dell’Unione delle Province Italiane (UPI) in cui ci si è confrontati sul percorso di riforma della istituzione Provincia che, nonostante i propositi esternati da tutte le forze politiche, continua a giacere in un limbo, senza essere portata all’attenzione dell’assemblea legislativa.

Per provare a smuovere tale situazione il Direttivo ha delegato il Presidente nazionale a predisporre delle singole proposte di legge da presentare a tutti i Governi regionali per uniformare nel frattempo la ripartizione di competenze e deleghe tra le regioni e le amministrazioni provinciali.

Nel corso della riunione si è affrontato anche il tema della proposta di legge per l’attuazione dell’articolo 14 numero 111/23 delega fiscale. Durante l’assemblea il Presidente Stefanelli ha chiesto al Presidente nazionale Gandolfi di continuare ad incalzare il Ministro della PA Zangrillo sul tema delle differenze retributive tra i dipendenti del sistema pubblico degli enti locali rispetto agli omologhi dei comparti ministeriali e delle agenzie statali.

I dipendenti del comparto Autonomie Locali sono infatti, nel novero dei dipendenti della PA italiana, quelli che hanno i salari più bassi e il cui rinnovo contrattuale è al momento bloccato dal disaccordo sugli elementi del rinnovo da parte delle organizzazioni sindacali di CGIL e UIL.

Questo quadro così precario viene aggravato dalla decisione contenuta nell’ultima finanziaria di considerare le spese del welfare aziendale di natura retributiva e non di natura assistenziale e previdenziale, come invece riconosciuto dalla sentenza della sezione autonomie della Corte dei Conti del settembre 2024.

Per essere più chiari e concreti ad esempio l’Amministrazione provinciale di Latina è intenzionata a stipulare una assicurazione sanitaria per i propri dipendenti e relativo nucleo familiare, ma a seguito di questa modifica normativa non potrà farlo attingendo ai propri fondi di bilancio,  piuttosto dovrà pescarli da risorse già destinate ad altri istituti del salario accessorio dei dipendenti (straordinari, incentivi, turnazione, etc.) cosa che non avviene per altri settori della pubblica amministrazione.  

Questa è una misura che rende ancor meno attrattivo il lavoro nel comparto degli Enti locali acuendo quella crisi nel reclutamento certificata da tutte le statistiche ufficiali.

Continua ad essere sottovalutato il fatto che gli Enti locali sono il punto di contatto più immediato tra i Cittadini e la Pubblica Amministrazione, gravando su Comuni e Province l’attuazione concreta delle decisioni politiche e delle misure amministrative stabilite da Governo e Regioni.

“Di questo passo la crisi del reclutamento di personale specializzato determinerà un abbassamento della quantità e della qualità dei servizi pubblici erogati alla cittadinanza con un effetto negativo sulla qualità della vita delle comunità” ha concluso Stefanelli.

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