Bufera social sull’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari. Il prelato è finito nel mirino di diversi utenti dopo la decisione, formalizzata dalla sua curia, di stipulare un contratto d’affitto, per i prossimi 30 anni, con una società di Fondi per la trasformazione in “Affittacamere” di una storica struttura di proprietà dell’Arcidiocesi in via della Breccia, in una zona che si trova all’interno dell’ente parco Riviera d’Ulisse. Per altro con una spettacolare vista sul Golfo.
“Addolorato e dispiaciuto”, il prelato ha deciso di sporgere denuncia presso il commissariato di Polizia di Gaeta. Nei suoi confronti quella che viene definita una “gratuita campagna d’odio”.
‘Villa Regina’, così si chiama adesso la struttura, è diventata un resort di lusso. Basti pensare che per trascorrervi una notte occorrono 328 euro. L’immobile fu acquistato a sue spese nei primi anni Duemila dall’allora arcivescovo di Gaeta, Pierluigi Mazzoni, che, rilevando la proprietà dai salesiani gestori del vicino oratorio, lo donò al patrimonio immobiliare della stessa Arcidiocesi, esprimendo il desiderio che diventasse una residenza per vescovi emeriti e sacerdoti in pensione. E forse è questo il motivo di tanto odio social.
In una nota Monsignor Luigi Vari ha voluto far sapere che: “Chi usa i social media sa quanto bene possono fare alla società e alla Chiesa per aiutare le persone a comunicare e condividere. In questi giorni, tuttavia, sono diventati un luogo di disinformazione e di aggressione, colpendo l’Arcivescovo con offese esplicite, ingiuriose della persona e dell’intera Chiesa diocesana – si legge nella nota – L’Arcivescovo è notoriamente uomo e pastore vicino a tutti, promotore del dialogo con tutti. L’attenzione ai temi e alla pratica della legalità e della trasparenza in ogni atto sono per tutti un punto di riferimento. Sono altrettanto note la sensibilità e le opere avviate per i poveri dalla Chiesa intera e dalla Chiesa di Gaeta in particolare, per chi vive un particolare disagio, come anche per i giovani e per i ragazzi. Molto del ministero dell’Arcivescovo è speso per recuperare il senso e il valore delle parole. Alla luce della presente e triste circostanza, ma anche di quello che sempre più spesso è riportato dalle cronache locali come una vera e propria degenerazione dell’uso dei social media, riteniamo che il compito educativo intrapreso dal Vescovo su questi temi è più che mai attuale e necessario nella ricerca di una serena e pacifica convivenza”.
Nelle more della questione, l’accordo con la società di Fondi prevede che questa finanziasse a sue spese gli interventi di riqualificazione e sistemazione; spese che l’Arcidiocesi non avrebbe potuto sostenere. Inoltre, il canone mensile di 2000 euro servirà per onorare il mutuo acceso in passato dal demanio per finanziare i lavori di riqualificazione e restauro della sottostante chiesa di San Francesco.