“Dopo di Noi”, da Ciolfi affermazioni errate: l’attacco della maggioranza

"Contrariamente a quanto sostenuto dalla Ciolfi, la scelta della sede nella Casa Domotica di Sabaudia risponde a criteri di accessibilità"

È sconcertante constatare come la Consigliera Ciolfi continui ad esprimere affermazioni errate e fuorvianti. La stessa dovrebbe sapere che il progetto “Dopo di Noi” è stato concepito all’interno del Distretto socio-sanitario Latina 2 all’interno del quale ne fanno parte i comuni di Norma, Pontinia, Sabaudia e Sermoneta pertanto con una visione ampia del territorio e non limitata al solo capoluogo che ha assunto semplicemente il ruolo di comune capofila.

Così in una nota i capigruppo di maggioranza Cesare Bruni – FdI, Vincenzo Valletta – Lega, Mauro Anzalone – Forza Italia, Maurizio Galardo – Udc ed Enzo De Amicis – Lista Celentano.

Il dibattito si sarebbe dovuto concentrare sulle risposte che finalmente riusciamo a dare ai bisogni delle persone più fragili. La variazione di bilancio approvata rappresenta infatti un’opportunità storica, un punto di svolta nella capacità di programmazione e nella qualità dei servizi offerti alle persone con disabilità, e dovrebbe essere un vanto per tutta la nostra comunità.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla Ciolfi, la scelta della sede nella Casa Domotica di Sabaudia risponde a criteri di accessibilità, funzionalità e integrazione dei servizi, offrendo una struttura idonea al raggiungimento degli obiettivi del progetto. Tale decisione non rappresenta un “fallimento”, bensì una scelta ponderata e strategica per garantire il successo di un’iniziativa complessa e ambiziosa, che mira a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, favorendone l’autonomia e la piena inclusione nella società.

Gli immobili inizialmente individuati nella città di Latina, infatti, sono stati ritenuti non idonei dai tecnici incaricati a seguito di un’accurata valutazione tecnica e funzionale. Questi edifici presentavano carenze strutturali significative che avrebbero ostacolato l’accesso e la fruibilità da parte di persone con disabilità. Inoltre, gli spazi interni risultavano inadeguati per accogliere le soluzioni tecnologiche e i dispositivi domotici necessari per il progetto. Tali limitazioni avrebbero compromesso la sicurezza degli utenti e la capacità della struttura di rispondere efficacemente agli obiettivi di autonomia e inclusione del progetto.

La Casa Domotica di Sabaudia, invece, rappresenta una soluzione ottimale grazie alle sue caratteristiche tecniche e logistiche, che consentono una piena integrazione dei servizi, garantendo un ambiente sicuro, accessibile e perfettamente rispondente alle esigenze del progetto.

È evidente che gli spazi individuati non rappresentano un isolamento, ma piuttosto un’opportunità per creare poli di eccellenza. Questo progetto non è localistico: guarda al territorio nel suo complesso, promuovendo sinergie e reti di collaborazione tra enti. Tale approccio rispecchia la necessità di una visione lungimirante, che supera le logiche di appartenenza geografica e pone al centro il benessere delle persone più vulnerabili.

Purtroppo, ancora una volta, l’opposizione ha dimostrato di essere pretestuosa e strumentale. Il dibattito in aula ha perso di vista il valore e la finalità del progetto, sacrificando l’analisi concreta e costruttiva sull’altare della polemica politica. È inaccettabile che si cerchi di sminuire un’iniziativa che rappresenta un modello innovativo di organizzazione dei servizi sociali per l’intero territorio.

Il Comune di Latina, in qualità di capofila del Distretto, ha svolto un ruolo fondamentale per salvaguardare i fondi PNRR e per avviare un percorso che non solo rispetta le finalità del “Dopo di Noi”, ma rafforza il sistema di welfare a beneficio dell’intera comunità. Questo non significa “perdere” risorse, ma investirle in modo strategico e responsabile.

Come amministratori, abbiamo il dovere di promuovere un cambiamento culturale che superi le divisioni e valorizzi le collaborazioni. La dislocazione di un servizio non è una debolezza, ma una scelta di sistema che mette in rete risorse e competenze. Latina non è stata “esclusa”, ma continua a guidare la programmazione e la realizzazione di servizi che rispondano ai bisogni complessi e multidimensionali della popolazione.

Noi andiamo oltre le polemiche sterili e riconosciamo il valore di un progetto che arricchisce l’intero comprensorio, consolidando il ruolo di Latina come riferimento nella pianificazione di politiche sociali innovative e inclusive.

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