La Cappella della SS. Annunziata a Cori, pregevole monumento nazionale, si riveste di una nuova luce, mostrando ancor meglio che in passato la sua bellezza e il suo splendore. La struttura si arricchisce infatti di un nuovo importante strumento (progetto del MiC – Direzione Regionale Musei Lazio), un impianto moderno in grado di creare un’illuminazione scenica e funzionale che consente agli straordinari affreschi quattrocenteschi di esprimersi al meglio nella loro intensità e qualità cromatica. Il vecchio impianto è stato sostituito con uno a sorgenti luminose a led di ultima generazione che restituisce un’illuminazione morbida e uniforme.
L’inaugurazione avverrà lunedì 18 luglio alle ore 17 (ingresso libero fino a esaurimento posti, per info e prenotazioni Pro Loco Cori: 06 96617213 – 348 9053474).
Interverranno: Massimo Osanna, direttore generale Musei – Ministero della Cultura, Stefano Petrocchi, direttore regionale Musei Lazio – Ministero della Cultura, Domenico Palombi, Università La Sapienza di Roma, Pio Pistilli, Università La Sapienza di Roma, Adriano Caputo, architetto e lighting designer, Federico Ognibene, docente e direttore tecnico ILM Lighting, Mauro Primio De Lillis, sindaco di Cori e Modererà Maria Sole Cardulli, direttore Cappella dell’Annunziata di Cori. Al termine concerto di musica rinascimentale della compagnia Tres Lusores.
“Trovo che sia anche un gesto di tutela – afferma Maria Sole Cardulli – perché consente innanzitutto di vedere correttamente questi affreschi e vedere vuol dire conoscere. E, alla base della tutela, altro non c’è se non la conoscenza”.
“Siamo felici ed orgogliosi – dice Mauro De Lillis – di poter mostrare ai visitatori la Cappella dell’Annunziata, uno dei nostri più preziosi gioielli, nella sua nuova veste luminosa con forme e colori che si integrano mirabilmente in un’armonia stilistica ritrovata”.
La storia
La struttura fu fatta erigere nel 1.411 dal potente cardinale spagnolo Pedro Fernandez De Frias e faceva parte di un complesso agostiniano di origine medievale sorto nella prima del ‘200 nei pressi del centro cittadino. Di forma rettangolare e con una grande volta a botte, è interamente dipinta e rappresenta una delle più importanti decorazioni pittoriche del tardogotico del Lazio.
Il cardinale committente era anche arcipresbitero della Basilica di San Pietro in Vaticano e fece decorare la Cappella corese secondo i modelli iconografici raffigurati nella chiesa medievale vaticana. Una complessa storia di committenze e patronati proseguì e concluse la decorazione di tutte le pareti alla morte del cardinale De Frias nel 1.420. Altri due cardinali spagnoli, Alfonso Carrillo de Albornoz e Juan Cervantes de Llora, fecero completare i lavori insieme al nobile Juan de Tovar, lasciando i loro stemmi insieme a quello della corona di Castiglia, regione di provenienza di tutti i protagonisti.