Dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla minorata difesa delle vittime Mario Eutizia, il 48enne ex badante che nei giorni scorsi si è consegnato spontaneamente ai Carabinieri di Caserta attribuendosi l’omicidio, tramite la somministrazione di massicce dosi di farmaci, di quattro anziani ai quali ha prestato assistenza. L’uomo, definito dal pm “angelo della morte”, attualmente si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dopo aver raccontato agli investigatori di come, spinto da un sentimento di compassione verso i suoi assistiti, ha provocato la morte, tra il 2023 e il 2024, di due persone anziane rispettivamente di Casoria e Vibonati, e di altri due nel 2014, a Latina, di cui non è stata ancora accertata l’identità e su cui continuano le indagini dei Carabinieri.
Ciò che avrebbe spinto Eutizia a confessare sarebbe stata il timore di causare una nuova morte qualora si fosse presentata l’occasione e la richiesta alle forze dell’ordine di aiutarlo a smettere. Secondo quanto emerso l’uomo, negli ultimi dieci anni, avrebbe praticato il lavoro di badante e infermiere senza possedere alcun tipo di titolo abilitante girando diversi comuni dislocati tra l’Italia meridionale e centrale e sarà ora compito degli investigatori ricostruire i vari spostamenti e identificare altre possibili vittime del badante killer, un’indagine che comprende circa trenta anziani ai quali Eutizia avrebbe prestato assistenza. In parallelo continuano le indagini volte all’identificazione delle due persone di Latina che il 48enne avrebbe affiancato nel 2014 ma di cui ha saputo dare poche informazioni, essendo stato derubato del borsello contenente cellulare ed effetti personali dove aveva appuntato i nomi dei suoi assistiti.
Domani si terrà l’udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura di Santa Maria di Capua Vetere, dove sarà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Grammatica, che deciderà se convalidare il provvedimento dei pm.