“La Direttiva Case Green non è attuabile e deve essere rivista. Auspico che oggi, 31 agosto, in occasione del nuovo incontro tra rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione Europea, si possa iniziare un percorso condiviso che porti ad un testo più sostenibile per le famiglie italiane.
Le implicazioni della Direttiva sono chiare e preoccupanti. Imponendo che entro il 2033 tutte le abitazioni raggiungano una classe energetica di almeno D, mettiamo a rischio ben oltre il 70% delle strutture residenziali italiane. Queste non sono soltanto edifici, sono le case in cui vivono le famiglie italiane.
Si tratta di un onere gravoso, specialmente per le famiglie che lottano per arrivare a fine mese. Diversamente da alcuni paesi del Nord Europa, dove le abitazioni sono spesso di proprietà di multinazionali, in Italia e in altre nazioni mediterranee, le famiglie sono proprietarie delle case in cui vivono e non possono permettersi i costi esorbitanti associati agli adeguamenti energetici.
Inoltre, l’eliminazione delle caldaie a gas entro il 2025 in favore di pompe di calore a bassa emissione energetica rischia di rappresentare un altro pesante onere finanziario, in un periodo in cui queste tecnologie stanno diventando sempre più costose.
Riconosciamo l’importanza della sostenibilità e della riduzione delle emissioni di carbonio, ma questo non dovrebbe avvenire a scapito della sostenibilità economica delle famiglie. L’Italia, e l’Europa nel suo complesso, ha bisogno di un approccio più ponderato e flessibile.
È importante rivedere la Direttiva, prestando attenzione alle specificità e alle esigenze di ogni paese membro. L’Europa deve operare per il bene dei suoi cittadini, e non imporre regolamentazioni che potrebbero avere effetti devastanti.
È essenziale che la Direttiva Case Green sia rivista in modo da garantire equità, flessibilità e sensibilità alle sfide economiche e sociali che i cittadini europei stanno affrontando.”
Lo afferma il parlamentare europeo della Lega Gruppo ID Matteo Adinolfi