Formia – Gesto intimidatorio a Paola Villa, la denuncia di Sinistra Italiana

"L’Ente locale deve fare necessariamente la sua parte, anche favorendo il controllo dei cittadini sul suo operato"

“Il mazzo di rose lasciato sul parabrezza dell’auto dell’ex Sindaca di Formia Paola Villa è un chiaro gesto intimidatorio. Seguo da tempo l’azione antimafia dell’attuale Consigliera comunale ed esprimo profonda preoccupazione per quanto successo.

Le cronache, le inchieste, le indagini e le sentenze ci rimandano un quadro chiaro di vasti territori della Regione Lazio infiltrati dalla criminalità organizzata ed è dovere della politica pulita e trasparente non distogliere l’attenzione su questi gravissimi episodi e non lasciare sole le persone che si adoperano per la legalità e contro le mafie, come Paola Villa”.

Lo dichiara in una nota il Segretario di Sinistra Italiana Lazio, Danilo Cosentino.

“L’apparente “omaggio profumoso” riservato, nei giorni scorsi, a Paola Villa, attuale Consigliera Comunale d’opposizione e già Sindaca di Formia, ha, viceversa, il nauseante odore del negazionismo, in merito alla presenza delle organizzazioni criminali, a volte manifesto, a volte strisciante, che da sempre attraversa la Città, i comuni limitrofi e l’intera Provincia di Latina. Negazionismo, purtroppo, espresso a tutti i livelli. A Paola Villa, ovviamente, senza se e senza ma, va, e deve andare, la solidarietà di tutte e tutti, dell’intera comunità sana del territorio. Solidarietà che, però, a prescindere dalla relativa velocità con cui viene espressa, pur importante sul piano personale, non è sufficiente, almeno, ad affrontare la problematica. L’atto è, in sé, gravissimo, a prescindere da chi lo abbia posto in essere e da ogni e qualsivoglia inaccettabile motivazione, anche perché, ancora una volta, ove mai ce ne fosse bisogno, rende palese ciò che molti, anche ai massimi livelli istituzionali territoriali, vogliono, ostinatamente, ancora negare.” Dichiara in una nota il Segretario Provinciale Sinistra Italiana Giuseppe Bortone.

“Anche Formia, il sud pontino e la provincia di Latina, portano in dote, alla parte sana del territorio, le consolidate presenze criminali e le infiltrazioni delle organizzazioni malavitose, mai interrottesi nel tempo e, da cui, non tutti hanno preso e prendono le distanze.

Presenze e infiltrazioni che, certamente, non sono a Formia e in provincia per “riposarsi”. Sono, viceversa, pienamente dentro “l’economia”, condizionandone l’ordinato sviluppo. L’azione investigativa e repressiva, oltre che preventiva, della magistratura e delle forze dell’ordine, è e rimane indispensabile, ma, il più delle volte, interviene quando l’attività criminale si è già compiuta o sta per compiersi e, quindi, non basta. – Continua il segretario Provinciale – Ancor prima deve esserci il controllo diffuso del territorio, collettivo e individuale, nell’ambito di una cultura del vivere civile, partecipato e solidale. L’attenzione degli Enti Locali, nel ripudio espresso del negazionismo, in sinergia con la Prefettura e le forze dell’ordine, dovrebbe essere massima, soprattutto rispetto alle classiche attività nelle quali la criminalità, anche con il “vestito buono”, si insinua. Attenzione, non sempre vigile e, a volte, “distratta”.”

“Gli appalti, i sub appalti, l’edilizia, le attività commerciali ed anche le attività finanziarie, vanno costantemente monitorate. L’Ente locale deve fare necessariamente la sua parte, anche favorendo il controllo dei cittadini sul suo operato, con l’attivazione di strumenti di partecipazione alla vita pubblica, e il confronto vero tra la maggioranza di governo della città e le opposizioni. L’azione di vigilanza deve coinvolgere anche le forze economiche della città e, persino, il singolo cittadino, perché rifuggano dalla tentazione e dal miraggio di facili guadagni, instaurando, palesi o sotterranei, “partenariati” con soggetti in possesso di enormi capitali, di dubbia provenienza. La legalità è un bene prezioso, appartiene a tutti e, tutti, nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze, pubbliche e private, singole e collettive, hanno il dovere di perseguire.” Conclude Giuseppe Bortone.

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