Visite agli scavi di Monte Sant’Angelo, nuove verità sulla storia di Terracina

Terracina prima della Anxur volsca, e i templi delle dee Feronia e Venere a dominare l’area del Santuario di Monte S. Angelo

Certezze scardinate e ipotesi che trovano conferma: Terracina prima della Anxur volsca, e i templi delle dee Feronia e Venere a dominare l’area del Santuario di Monte S. Angelo. Sono queste le novità, e in molti casi punti di svolta, illustrate nel corso delle visite gratuite nel cantiere di scavo dell’area archeologica che nel pomeriggio di sabato hanno visto una grandissima partecipazione di cittadini e di turisti, al punto che gli ingressi sono stati prolungati oltre l’orario fissato. Una giornata evento per la Città che grazie anche agli scavi archeologici condotti dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, in collaborazione con il Ministero della Cultura, ha permesso di ricostruire prima, e far conoscere poi, un altro pezzo importante della storia di Terracina: una civiltà millenaria che ha lasciato tracce e testimonianze ininterrottamente almeno dall’età del Ferro fino all’epoca medievale. Sono state proprio le direttrici dei lavori, la Prof.ssa Francesca Diosono e la Prof.ssa Miriam Knechtel, insieme al personale della Fondazione Città di Terracina, ad illustrare ai tantissimi intervenuti le novità emerse durante i lavori.

Una Città, quella di Terracina, che esisteva già con questo nome nel VI secolo a.C., prima di Anxur, e che non era all’epoca una colonia romana, ma amica di Roma, tanto che i romani avrebbero chiesto ai cartaginesi di “non toccare Terracina”. Una Città strategica per il suo porto, da dove tra le altre cose partivano importanti carichi di pregiato vino destinato anche all’Europa, come testimoniato anche dal ritrovamento di una nave al largo della costa francese. Secondo quanto emerso, la Città di Terracina si è sviluppata proprio nell’area di Monte S. Angelo attorno al luogo di culto dedicato alla dea italica Feronia, risalente almeno al IV secolo a.C., e al successivo tempio edificato nel II secolo a.C. sul basamento noto come “Piccolo Tempio”. Un tempio, il più antico ritrovato al momento, che orientato in direzione di Monte Leano, guardava verso la fonte di Feronia di cui parla Virgilio, situata alle pendici del monte.

I ritrovamenti testimoniano l’esistenza di un’area ben organizzata, con un sistema di terrazzamenti precedente alla monumentalizzazione, dove si producevano ceramiche, stoffe e formaggio. Solo successivamente con i Volsci Terracina, diventata Anxur, si è spostata più a valle, lasciando sul Monte S. Angelo l’area sacra dedicata al culto.

Sulla celebre terrazza monumentale sorretta dalle imponenti e splendide arcate, sinora note al mondo come “Tempio di Giove Anxur”, si trova il tempio maggiore, edificato nel I secolo a.C., e dedicato alla dea Venere.  L’ipotesi che il tempio non fosse dedicato a Giove Fanciullo è stata avanzata e dibattuta per anni tra gli studiosi, e adesso sembra trovare una soluzione: la struttura sacra, di cui oggi è rimasto poco più del podio, era con ogni probabilità dedicata a Venus Obsequens.

Di grande importanza anche i ritrovamenti e gli studi su quella che viene definita la terrazza superiore, dove è stato possibile individuare una piazza a semicerchio. In quest’area sono stati ritrovati resti di capitelli e di colonne, probabilmente testimonianze dell’esistenza di un altro tempio, e poi tracce di mura più antiche del II secolo a.C. Un’area, questa, che dovrà essere oggetto di ulteriori scavi e studi.

«Siamo ben felici di aver potuto organizzare una giornata evento come questa, per permettere a tutti di apprezzare, conoscere e vedere i tesori straordinari che continuano a venire alla luce. Le nuove scoperte di questi ultimi anni permettono di rendere più definita, ridisegnandola, la storia della Città e dell’intero territorio, con la consapevolezza che lo scenario dell’area sacra di Monte Sant’Angelo ha sicuramente molto altro ancora da rivelare. Stiamo lavorando perché appuntamenti come questi diventino una consuetudine», ha dichiarato il Presidente della Fondazione Città di Terracina, Francesco Di Mario.

«I cittadini e i visitatori hanno risposto con grande entusiasmo a questa giornata, ben oltre le aspettative, e ringraziamo la Fondazione Città di Terracina per il grande lavoro che sta facendo. Siamo sempre stati convinti che la tutela del nostro immenso patrimonio archeologico e culturale deve partire dalla sua conoscenza e valorizzazione», il commento del Sindaco di Terracina, Francesco Giannetti, e dell’Assessore alla Cultura Alessandra Feudi.

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