Festival Pontino di Musica, Francesco D’Orazio e Giampolo Nuti in concerto

Appuntamento domenica 21 luglio al Castello Caetani di Sermoneta con un viaggio musicale da Mozart ad Arvo Pärt

Dopo il concerto itinerante di Giovanni Gnocchi, il weekend del Festival Pontino di Musica si completa domenica 21 luglio con il duo violino e pianoforte formato da Francesco D’Orazio (anche docente ai Corsi di perfezionamento di Sermoneta) e Giampaolo Nuti. Duo artisticamente consolidato e ormai noto al pubblico del Pontino, propone nel concerto al Castello Caetani di Sermoneta (ore 21) un viaggio musicale dal classico al Novecento, dando prova dell’ampio repertorio in cui i due musicisti amano spaziare.

Il concerto si apre con la Sonata in mi minore K 304 per violino e pianoforte di Mozart, composta a Parigi nel 1778, a ventidue anni: in due movimenti (Allegro e Tempo di minuetto) si caratterizza per la purezza melodica e il tono elegiaco. È del 1888 la Terza Sonata che Brahms dedicò a violino e pianoforte, l’op. 108 in re minore, un lavoro che occupò il musicista tedesco per due anni, toccando uno dei vertici della sua produzione, con la grande solidità architettonica e la perfezione dell’elaborazione tematica che ne caratterizzano la scrittura. Al centro del programma Spiegel im spiegel di Arvo Pärt, scritta nel 1978 e forse fra le composizioni più famose e fra gli esempi più chiari dello stile “tintinnabuli” del celebre compositore estone, che nel 2025 festeggerà novant’anni. Il concerto si chiude con un omaggio alla musica francese di primo Novecento: di Erik Satie Choses vues à droite et à gauche (sans lunettes) del 1914, unica composizione scritta per violino e pianoforte, è una sorta di parodia, fatta con ironia e umorismo, nei riguardi della musica accademica, mentre la Sonata in sol per violino e pianoforte di Maurice Ravel, che ebbe una gestazione molto complessa, scritta nell’arco di quattro anni dal 1923 al ’27, è l’ultima opera di musica da camera del compositore francese che la eseguì per primo al pianoforte con il grande violinista George Enescu cui era dedicata al Conservatorio di Parigi. Ravel si riallacciò agli schemi formali della tradizione mitteleuropea, ma dall’altra si aprì ad aspetti insoliti intitolando Blues il tempo centrale con l’impiego di una scrittura di stampo jazzistico.

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