“Io scrivo fotografando la realtà, presentandola nuda e cruda al lettore, descrivendo uno spazio tempo preciso, sviscerandola coi personaggi che non sono fatti di carta e inchiostro, ma di carne passione e sangue. Come si può raccontare qualcosa se non si guarda il reale, se non si possiede il senso dell’inquietudine dentro, contrastato dallo stato del desiderio, come si può?”.
Domande e quesiti che gli studenti dell’istituto Pacinotti di Fondi rivolgeranno giovedì 2 dalle ore 9 nell’aula magna della loro scuola allo scrittore Gian Luca Campagna (Latina, 1970), appena uscito con Mursia con il romanzo ‘In viaggio con la morte’, sul tema dell’eutanasia, trattata come diritto alla morte, alternando come è nel suo stile crudezza e umorismo. Sarà il professore e giornalista Giovanni Stravato a moderare l’incontro e a coinvolgere gli studenti, come già ha fatto in passato argomentando attorno alla figura del personaggio seriale di Gian Luca Campagna, vale a dire il detective argentino José Cavalcanti. Come in tutti i romanzi di Campagna il filo che lega giustizia, vendetta e perdono è molto sottile e in questo ultimo romanzo ‘Viaggio con la morte’ è invisibile per grande parte della storia fino a palesarsi in modo forte e dirompente nelle pagine finali.
In questo romanzo Carla, vedova e malata terminale, contatta il giornalista romano Gianni Colavita che dieci anni prima ha seguito l’omicidio rimasto irrisolto di suo figlio. La donna gli chiede di accompagnarla nel suo ultimo viaggio in una clinica svizzera dove ha prenotato il suicidio assistito. Il cronista decide di assecondarne le volontà ma solo a patto che il viaggio si trasformi in un’avventura per esaudire gli ultimi cinque desideri di Carla. Così, a bordo di una spider, la strana coppia inizia a collezionare frammenti di un puzzle che li riporterà ai fatti di dieci anni prima. E poi la Svizzera, per esaudire l’ultimo, disperato, desiderio. E risolvere finalmente il caso. Un giallo che tra colpi di scena, tensione e un pizzico di umorismo tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
“I romanzi sono una biografia collettiva. E guai se non fosse così, sarebbero strumenti editoriali autoreferenziali, scriveremmo tutti solo delle cose che ci piacciono senza tener conto di quelle che invece piacciono agli altri” ha risposto a un’intervista una volta Campagna quando gli si chiedevano da dove ricavava i suoi spunti letterari. Gian Luca Campagna non si sottrarrà dal fuoco di domande degli studenti, rispondendo anche alla sempre scomoda domanda su chi è lo scrittore: se è un educatore come evocava Alessandro Manzoni, se è un visionario come dice David Quammen o una sentinella della legalità che denuncia il crimine come ci hanno insegnato Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Ma può essere anche un intrattenitore, dedito all’evasione?