Codici evidenzia i costi “nascosti” della raccolta “porta a porta”

Il responsabile provinciale Antonio Bottoni: "Una spesa complessiva di oltre 550 euro l’anno, come detto a carico dei soli utenti"

“Codici, nella sua funzione di tutela dei diritti dei consumatori, ha effettuato uno studio sui costi nascosti del sistema di raccolta cosiddetto “porta a porta”, cioè quei costi che i cittadini sostengono a causa di questo sistema, molto probabilmente senza neppure rendersene conto. Codici ha ritenuto di doverli evidenziare sia all’Assessore all’Ambiente che a tutti i Consiglieri comunali che a breve dovranno approvare o meno il nuovo piano di raccolta, al fine di evidenziare quanto alcuni utenti sono costretti a pagare, spesso inconsapevolmente, ma con denaro sonante e di notevole impatto per l’economia di molte famiglie. Senza voler prendere in considerazione l’impossibilità, per questa parte dei cittadini di poter gettare i loro rifiuti durante tutti i giorni della settimana, contrariamente agli altri utenti che, invece, possono farlo tutti i giorni e finanche più volte al giorno (avendo a disposizione i cassonetti stradali), senza dover conservarli dentro casa per più giorni, nonché i costi del lavaggio preventivo di alcune tipologie di contenitori che possono essere conferiti solo in determinate giornate, per evitare sia sgradevoli odori che invasione di formiche o altri insetti: si pensi, a titolo di esempio, alle vaschette che contenevano carne fresca oppure ai vasetti di cibi quali marmellate, yogurt o altri cibi deperibili e così via, risultati sono i seguenti.

L’ecocalendario distribuito da ABC, come evidenzia Codici, riporta che, annualmente, il numero dei conferimenti è di 520, cioè: l’umido 156 volte, il vetro 52, la plastica e i metalli 156, la carta e cartone 52 ed il secco non riciclabile 104., partendo dall’ipotesi che il conferimento da parte di cittadini sia nel numero massimo previsto e che per ciascuno dei 520 lavaggi occorrano 5 minuti di tempo e 10 litri di acqua. Infatti, riportati in casa i mastelli svuotati, essi dovranno essere puliti ed igienizzati, dopo essere stati esposti per moltissime ore agli eventi atmosferici, alle formiche ed agli altri insetti, nonché ai possibili “regali” degli animali di passaggio. I numeri sono impietosi e, seppur prudenzialmente, dicono che si consumano ben 5.200 litri di acqua, al costo complessivo di oltre 83 euro. Inoltre tra prodotti per la pulizia (15 euro), guanti monouso (15 euro), buste per il secco non fornite seppur previste nel Piano industriale commissionato a Contarina, (15 euro), e tempo da impiegare per igienizzare i mastelli (10 euro l’ora, allo stesso costo delle collaboratrici familiari, per le circa 43 ore annue da impiegare, superiamo i 430 euro), i costi nascosti, cioè invisibili ma reali e concreti, in linea di massima, comportano una spesa complessiva di oltre 550 euro l’anno, come detto a carico dei soli utenti della raccolta “porta a porta”. E, paradossalmente, a carico di questa sola parte della cittadinanza, oltre all’ingombro dei mastelli, che molte famiglie non hanno altri spazi per posizionarli che all’interno del loro appartamento, talvolta anche molto piccolo, su di essa ricadono finanche i costi della TARI relativa alla superficie occupata dai mastelli e, quindi sottratta all’utilizzo da parte del cittadino. Insomma, per un appartamento di circa 90 metri abitato da una famiglia di 4 persone, il costo invisibile ma nei fatti molto concreto, secondo Codici, supera persino quello della stessa TARI. A quanto sopra deve necessariamente essere aggiunta una ulteriore riflessione sia sul peso che deve essere trasportato dagli utenti molto anziani e dai disabili motori, a causa della permanenza dei rifiuti per più giorni nelle rispettive abitazioni che dalle difficoltà di trasporto dei mastelli dovute al loro oggettivo ingombro dimensionale e, nel richiamo a quanto già detto prima, alle obbiettive difficoltà per pulirli per queste categorie di cittadini.

Insomma, forse non a tutti è ancora ben chiaro, ma già a Latina, sotto questo profilo, da qualche anno, ad avviso di Codici, vi sono cittadini di serie A e cittadini di serie B e si rischia che il divario si allarghi maggiormente. Tutto ciò (ma anche altro) Codici ha ritenuto di doverlo sottoporre all’Assessore ed ai Consiglieri comunali affinché aprano una necessaria e finanche obbligatoria riflessione prima di assumersi l’onere ma anche la responsabilità di decidere quale sistema di deposito dei rifiuti solidi applicare ad una parte della cittadinanza e senza che questi concittadini traggano alcun beneficio dall’obbligo ad essi imposto”. Lo dichiara in una nota il responsabile provinciale di Codici, Antonio Bottoni.

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