Impianti biometano, in Commissione proposte prescrizioni in contrasto con le normative

Ciolfi: "Valutare il reale fabbisogno attraverso l'analisi dei dati provinciali estrapolati in ambito comunale"

Nella bozza di Regolamento per impianti di produzione di energia alimentati da fonti energetiche rinnovabili (FER), portata mercoledì in Commissione Urbanistica, si ipotizza la prescrizione di non autorizzare la realizzazione di impianti a biometano che prevedano l’impiego di “qualsivoglia materiale derivante dai rifiuti o da attività di depurazione”. «Come M5S – afferma il capogruppo del Movimento in Consiglio comunale, Maria Grazia Ciolfi – abbiamo rilevato che tale prescrizione è in contrasto con la normativa sovraordinata, regionale, nazionale e anche europea. I fondi relativi al PNRR ne sono la prova provata: finanziano in larga misura la realizzazione di questo tipo di impianti a prescindere dal materiale utilizzato per il funzionamento. Ho viceversa proposto di inserire nel regolamento il prerequisito per autorizzare la realizzazione di impianti a biometano, ovvero la clausola secondo la quale la realizzazione sia legata al reale soddisfacimento del fabbisogno dell’area amministrativa su cui insistono.

La richiesta, dunque, di determinare il fabbisogno di conferimento del FORSU prodotto nel nostro comune rispetto agli impianti già operativi, a quelli in fase di realizzazione e a quelli in attesa di autorizzazione». Un altro punto da verificare, secondo la consigliera, è l’analisi del fabbisogno del cosiddetto digestato, il materiale residuo derivato dalla lavorazione del biogas che, opportunamente trattato, può essere utilizzato come fertilizzante, per capire se anche in questo caso il fabbisogno del nostro territorio è soddisfatto. «L’analisi proposta – spiega Ciolfi – deriva da quanto indicato nel piano regionale dei rifiuti del Lazio nel quale si evince che il fabbisogno di smaltimento di rifiuti organici della provincia di Latina è di gran lunga inferiore alla disponibilità di quello offerto dagli impianti esistenti. Situazione che sarebbe aggravata dall’autorizzazione di nuovi impianti. Peraltro dallo stesso piano si evince che la provincia di Latina esporta fuori regione gran parte dei rifiuti organici per il trattamento.

Una pratica assurda che movimenta quantità di rifiuti sui camion nel nostro territorio, con tutto il conseguente impatto ambientale che ne deriva e in netto contrasto con i principi di economicità, efficienza ed efficacia auspicabili. Una situazione cui è necessario imporre un cambiamento di rotta radicale». «In ottica di estrema collaborazione, noi M5S – conclude il capogruppo – riteniamo assolutamente necessario partire proprio dall’analisi di questi dati provinciali, estrapolandoli a livello comunale, per impostare insieme alla maggioranza una linea di azione adeguata e per poter agire, anche a livello regionale, sui dati che emergono dalle analisi del piano rifiuti vigente, forti della famosa filiera di governo».

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