La questione israelo-palestinese agita le acque del Partito Democratico anche in terra pontina. Che non ci sia una posizione comune tra i Dem anche a livello nazionale è cosa nota, tra i riformisti più propensi alla posizione israeliana e la maggioranza del partito vicina alla segretaria Elly Schlein più propensa alla questione umanitaria del popolo palestinese, con una netta posizione positiva sul concetto di “due popoli due stati”.
In questo contesto, e nel dibattito che ne scaturisce, anche i social rischiano di diventare terreno di scontro, tra la posizione dei più e quella della minoranza del Pd. In questo scontro fraticida, va ad inserirsi il dibattito – tutto avvenuto su Facebook – tra il consigliere comunale di Fondi Salvatore Venditti e l’ex senatore della Repubblica di Latina Claudio Moscardelli. Su posizioni diametralmente opposte, Moscardelli pro Israele e Venditti pro Pal – per usare dei semplici termini più simili alle tifoserie da stadio che a posizioni politiche – se le sono dette di tutti i colori.
Il consigliere comunale di Fondi è andato a commentare un post dell’ex uomo forte del Pd provinciale, questo lo ha accusato di essere razzista, al che Venditti ha preso spunto dal Disegno di Legge presentato dal senatore Dem Graziano Delrio e ne ha cantate di tutti i colori, postando non solo l’acceso commento ricevuto, ma anche tuonando: “Quel testo ricalca quasi alla lettera proposte già avanzate dalla destra — nientepopodimeno che da Gasparri, tanto per intenderci — ed è esattamente l’esempio di come una definizione nata per contrastare l’antisemitismo possa, se usata male, diventare un grimaldello per limitare il dissenso e la critica verso il governo israeliano“. “A una mia critica al DDL sui social – ha accusato Venditti – l’ex senatore Moscardelli è arrivato perfino ad accusarmi di razzismo. Parole gravissime, lontane dalla cultura del confronto che ci unisce, molte volte acceso, ma mai irrispettoso. Chi mi conosce sa bene quanto sono estraneo a qualsiasi forma di razzismo”. Venditti riporta nel dibattito anche una questione che definisce “di metodo” e “non negoziabile“: ascoltare la base del partito e rivendicando: “staremo sempre dalla parte dei più deboli. Staremo sempre dalla parte del popolo palestinese oppresso”.
Nel frattempo, i post di Moscardelli sui social non sono di certo finiti, solo ieri due sulla questione: una più geopolitica, seppur richiamante a chi in Italia la pensa diversamente da lui con una dura accusa, quando parla della rottura degli accordi da parte di Hamas, definendo, chi difende i palestinesi “invasati pro pal filo islamici“, e l’altro che si apre con un attacco a chi nel partito non solo la pensa diversamente, ma accusa anche “Piccoli stalinisti, caricature degli originali, disquisiscono contro il PD e invocano epurazioni con i mi piace di dirigenti di grido“. Qualcuno, in questa ultima pesante accusa, ci ha visto anche un possibile collegamento con la discussione pubblica a cui si faceva riferimento prima, altri hanno pensato a qualche altro nome.
La realtà è che sembra che nel Partito Democratico locale sia arrivato il momento della resa dei conti, ben prima della fase congressuale, ma bisogna ammettere che non è una novità.