Sciopero nei punti vendita Orizzonte, Uiltucs: “Il contratto in vigore fa perdere 7mila euro l’anno”

Uiltucs proclama stop di 48 ore nel weekend. Cartisano: "550 lavoratori costretti a 40 ore di straordinario mensili"

Sciopero di 48 ore nei punti vendita del Gruppo Orizzonte. Sabato 19 e domenica 20 luglio, i lavoratori di Latina, Roma e Frosinone incroceranno le braccia per l’intera giornata, protestando contro quello che la Uiltucs definisce un “contratto pirata” che sottrae oltre 7mila euro all’anno a ogni dipendente.

La denuncia: “Stesso lavoro, stipendio al ribasso”

“Perché i 550 lavoratori di Orizzonte devono essere pagati al ribasso rispetto agli stessi lavoratori in Italia nel settore commercio?”, si chiede la Uiltucs Latina. Il sindacato denuncia l’applicazione di un contratto che determina una perdita salariale significativa rispetto al contratto nazionale di settore.

Gianfranco Cartisano, responsabile territoriale Uiltucs Latina, spiega: “Questi lavoratori fanno lo stesso lavoro, hanno identiche mansioni ai colleghi di altre società del settore, ma con stipendi e paghe orarie contrattuali al ribasso”.

Il paradosso degli straordinari obbligati

Una situazione paradossale emerge dai dati sindacali: per portare a casa uno stipendio equivalente ai colleghi di altre aziende, i lavoratori Orizzonte devono fare 40 ore di straordinario ogni mese. “In sintesi, per avere lo stesso salario del giusto contratto nazionale, devono lavorare l’equivalente di una settimana in più”, denuncia Cartisano.

Falliti i tentativi di mediazione

Lo sciopero arriva dopo il fallimento dei tentativi di mediazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Latina. “Il confronto, la disponibilità, l’apertura da parte dei lavoratori che rappresentiamo è stata sempre dimostrata ed espressa da mesi”, sottolinea Cartisano.

Il sindacato ha cercato “tutte le soluzioni sull’applicazione del giusto contratto per portare il giusto e corretto salario ai tanti dipendenti, alle tante famiglie” colpite dalla riduzione salariale.

“Basta con la pirateria contrattuale”

La Uiltucs parla apertamente di “pirateria contrattuale”, accusando un sindacato di aver sottoscritto un accordo “che calpesta il salario, agevolando il solo profitto della proprietà”.

“Non è giusto, non è dignitoso, non è corretto applicare un contratto di lavoro che toglie pezzi di salario a lavoratori e famiglie”, afferma Cartisano, evidenziando come la proprietà “non ha mai aperto un confronto costruttivo su questo tema contrattuale”.

Manifestazione a Terracina

Durante lo sciopero, è prevista una manifestazione presso il punto vendita di Terracina sulla SS Pontina. L’evento sarà “un momento per rivendicare e sostenere l’applicazione di un contratto più equo e dignitoso”, ma soprattutto per “far riflettere il gruppo Orizzonte che il beneficio economico è anche frutto del sacrificio dei lavoratori”.

L’accusa: “Attenti solo al profitto”

La critica sindacale si concentra sulla filosofia aziendale: “Abbiamo un marchio che si chiama Orizzonte attento al solo profitto, tralasciando la redistribuzione del beneficio economico oggi raggiunto anche con il contributo dei lavoratori”.

Il sindacato ricorda che i dipendenti “hanno sicuramente contribuito allo sviluppo e subentro in altri territori con nuove aperture del marchio Orizzonte”, meritando quindi una giusta retribuzione.

Le richieste sindacali

Le richieste della Uiltucs sono chiare:

  • Disapplicazione del contratto al ribasso attualmente in vigore
  • Applicazione del contratto nazionale di lavoro del settore commercio
  • Ripristino della giusta retribuzione per tutti i 550 dipendenti
  • Redistribuzione dei benefici economici raggiunti anche grazie al lavoro dei dipendenti

Impatto su tre province

Lo sciopero coinvolgerà tutti i punti vendita del marchio Orizzonte nelle province di Latina, Roma e Frosinone, con i lavoratori che incroceranno le braccia per l’intero turno di lavoro del weekend.

La Uiltucs ha comunicato l’iniziativa alle forze dell’ordine, preparandosi a quella che definisce “la stagione della protesta nell’intero Gruppo” dopo il fallimento delle trattative istituzionali.

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