Coletta attacca su Abc: “Progressioni verticali diritti, non privilegi”

"La verità è sotto gli occhi di tutti: c’è chi vuole riportare l’azienda nelle mani dei privati, cancellando anni di lavoro"

Le 95 progressioni verticali effettuate nel 2021 non sono né un mistero né una “pistola fumante”, ma il riconoscimento doveroso di diritti contrattuali. Dopo il fallimento di Latina Ambiente, nel 2018, quando abbiamo costituito l’azienda pubblica ABC – una scelta coraggiosa e trasparente per stare alla larga dalle ecomafie – è stato assorbito personale in larga maggioranza privo della qualifica di autista.

A marzo 2021, con l’avvio del nuovo sistema di raccolta domiciliare ed il conseguente acquisto di 75 mezzi a grande vasca indispensabili per la raccolta dei rifiuti, era necessario adeguare le qualifiche dei lavoratori: non farlo avrebbe esposto l’azienda a inevitabili vertenze sindacali, con conseguenze legali ed economiche certe. È stato un atto dovuto e giusto, che ha semplicemente riconosciuto il ruolo realmente svolto da lavoratrici e lavoratori. Parlare di “privilegi” è falso e offensivo nei loro confronti.

ABC MULTISERVIZI: UN PROGETTO BLOCCATO DALL’IMMOBILISMO

ABC nasceva con una visione strategica chiara: diventare un’azienda multiservizi, in grado di gestire il ciclo dei rifiuti in modo completo, chiudendo la filiera e riducendo drasticamente i costi legati allo smaltimento dell’indifferenziato presso impianti privati, come Rida. Il sistema porta a porta doveva essere l’inizio di un modello virtuoso, quello suggerito dalle esperienze di tante altre città che lo avevano già adottato e portato al raggiungimento di percentuali altissime di differenziata, come ci veniva richiesto dalle norme europee che indicavano il 65% il quoziente da raggiungere per non essere sanzionati.

Ma tre anni di immobilismo hanno inchiodato l’azienda: la raccolta differenziata è ferma al 50%, la più bassa tra le città capoluogo del Lazio. La conseguenza? Continui esborsi per l’indifferenziata e nessun progresso verso l’autonomia e l’efficienza.

Se si fosse proseguito con l’investimento sulla riduzione dell’indifferenziato e sull’aumento della differenziata – che porta soldi nelle casse comunali – oggi Latina risparmierebbe, invece di aumentare la TARI. Altro che “mala gestio”: il vero danno è l’inerzia politica.

UN DISEGNO CHIARO: SMANTELLARE L’AZIENDA PUBBLICA

La verità è sotto gli occhi di tutti: c’è chi vuole riportare l’azienda nelle mani dei privati, cancellando anni di lavoro per costruire un modello pubblico, efficiente e trasparente. Le accuse contro ABC, e contro la mia amministrazione, servono solo a giustificare l’attuale incapacità gestionale e a distrarre l’opinione pubblica.

A chi parla di “costo del personale”, ricordo che nell’ultimo bilancio approvato dalla mia amministrazione (2021, approvato nel 2022) il costo era di 8,9 milioni. Oggi è salito a oltre 11 milioni, ma i bilanci preventivi 2023-2024-2025 non sono stati nemmeno approvati da questa amministrazione. La verità è che i costi sono cresciuti anche per l’inflazione e per gli adeguamenti previsti dai contratti nazionali – non certo decisi dal Comune di Latina.

VERSO IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO

Nel prossimo Consiglio Comunale monotematico, richiesto dalle opposizioni, avremo finalmente modo di chiarire tutto, punto per punto. Sarà un’occasione importante per raccontare la verità, quella che oggi si cerca di affossare con una narrazione tossica e tendenziosa.

Ai lavoratori di ABC – che ogni giorno svolgono un lavoro difficile e fondamentale – va il mio ringraziamento, non certo insinuazioni vergognose. A loro, e alla città intera, dobbiamo risposte oneste e scelte coraggiose.

Latina non ha bisogno di capri espiatori. Ha bisogno di visione, competenza e rispetto per il bene pubblico.

Mi prendo la responsabilità politica di una scelta che, con gli opportuni correttivi, rappresenta un bene comune e un patrimonio della città. L’attuale amministrazione si prenda la responsabilità politica di portare un’azienda pubblica al fallimento in conseguenza della propria incapacità di fare scelte che sappiano tutelare i lavoratori di ABC e la comunità intera.

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