Pista ciclopedonale a Suio Forma, il PD chiede chiarimenti all’amministrazione

"Con sorpresa, abbiamo invece appreso che questo progetto è stato interamente spostato in un’altra zona, quella del cosiddetto Belvedere"

“Come Gruppo consiliare del Partito Democratico, esprimiamo forte preoccupazione per le modalità con cui la maggioranza sta gestendo la vicenda della pista ciclopedonale originariamente prevista nella zona di Suio Forma. Ancora una volta ci troviamo di fronte a decisioni poco trasparenti che, a nostro parere, sono da ascrivere esclusivamente a una volontà politica ben precisa di questa maggioranza, comunicate in modo confuso e soprattutto prive del necessario approfondimento tecnico e amministrativo”.

Lo dichiara in una nota il gruppo consiliare PD con Giuseppe Rosato, Giancarlo Cardillo e il segretario Ferdinando Orlandi.

“Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di un collegamento ciclopedonale sicuro e funzionale tra Suio Forma e il cimitero, strutturato in più fasi, con l’obiettivo di tutelare l’incolumità dei cittadini e di promuovere forme di mobilità dolce e sostenibile. Si trattava di un’opera strategica, pensata non solo per migliorare la viabilità locale ma anche per valorizzare un’area spesso trascurata, con benefici concreti per i residenti e per il territorio nel suo complesso.

Con grande sorpresa, abbiamo invece appreso che questo progetto è stato interamente spostato in un’altra zona, quella del cosiddetto Belvedere, attraverso quella che viene definita una “perizia di variante”. Tuttavia, alla luce degli elementi finora emersi, ci sembra del tutto evidente che non si tratti affatto di una variante, ma di un progetto completamente nuovo, localizzato in un’area differente, con finalità diverse e, soprattutto, con una nuova base contabile.

Questa scelta solleva interrogativi precisi, che non possono rimanere senza risposta. In particolare:

È corretto dal punto di vista normativo continuare a operare nell’ambito dell’appalto originario, considerando che l’opera prevista non esiste più e che il nuovo intervento presenta caratteristiche del tutto differenti?

Non sarebbe necessario avviare una nuova procedura di gara, come previsto dalla normativa in materia di appalti pubblici, trattandosi di un intervento che non rientra in quelli già approvati e finanziati?

In caso di affidamento diretto alla stessa ditta esecutrice del progetto precedente, si configurerebbe una procedura regolare oppure potenzialmente viziata da illegittimità?

È mai possibile che questi “imprevisti” problemi legati alla regimentazione delle acque, siano emersi ora nonostante non più tardi di qualche mese fa avete autorizzato la procedura di subappalto?

La Regione è stata correttamente informata di questo cambio sostanziale? Sottolineiamo che, pur non avendo una competenza diretta sull’appalto, l’ente regionale ha comunque un ruolo di vigilanza sui progetti finanziati e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

In assenza di risposte chiare e documentate, temiamo che si stia tentando di far passare per “variante” ciò che nei fatti è un nuovo intervento, con un iter diverso e con obblighi procedurali che non possono essere ignorati o sottovalutati.

Per questo motivo, il nostro gruppo presenterà una nuova interrogazione ufficiale, con la quale chiederemo l’accesso agli atti relativi a questa delocalizzazione, al nuovo progetto e alla gestione amministrativa e contabile dell’intervento. Vogliamo che sia fatta piena luce su tutto l’iter seguito, sia dal punto di vista tecnico che normativo.

Il nostro ruolo non è semplicemente quello di fare opposizione, ma di garantire che l’azione amministrativa sia trasparente, legittima e coerente con gli interessi dei cittadini. Riteniamo inaccettabile che decisioni così rilevanti per il territorio vengano prese senza un adeguato confronto, senza una condivisione pubblica e senza fornire spiegazioni convincenti.

Non ci si può limitare a comunicazioni parziali o a giustificazioni poco solide. Su opere pubbliche di questa portata, che incidono sulla vita quotidiana delle persone, serve responsabilità, chiarezza e rispetto delle procedure.

I cittadini hanno il diritto di sapere perché si cambia rotta, chi prende queste decisioni, con quali motivazioni, e con quali risorse. E noi continueremo a chiederlo, con determinazione, nel rispetto del nostro mandato e della fiducia che ci è stata accordata.

L’importanza, che noi condividiamo e che sosteniamo, di voler utilizzare questi fondi non deve farci perdere di vista che, l’unica garanzia, affinché questo intervento venga realizzato, è percorrere in maniera corretta l’iter amministrativo cosa che, in questo caso, ci preoccupa non poco”.

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