La sfida dello sviluppo passa dalla solidità dei conti pubblici, dalla capacità di attrarre investimenti e dalla trasformazione della crescita in occupazione stabile. È questo il filo conduttore dell’iniziativa promossa da UGL Latina, “ZES e ZLS: costruiamo il domani. Opportunità di sviluppo e prospettive per il lavoro”, un confronto diretto tra istituzioni, parti sociali e rappresentanti del sistema produttivo.
A moderare i lavori il giornalista Egidio Fia. In apertura i saluti istituzionali del Sindaco Matilde Eleonora Celentano e del Sen. Nicola Calandrini e del Sen. Claudio Durigon, che pur non potendo partecipare di persona hanno voluto far sentire la loro vicinanza all’evento.
Il cuore del dibattito è stato l’intervento di Armando Valiani, Segretario Regionale UGL Lazio, che ha impostato l’analisi su un asse tipicamente finanziario: credibilità delle istituzioni e sostenibilità economica dello sviluppo. «La recente promozione del rating da parte di Moody’s e l’incremento di 55 milioni di euro destinati al welfare rappresentano due segnali forti e chiari», ha sottolineato Valiani. «Da un lato il rafforzamento della solidità dei conti pubblici, dall’altro una scelta che rimette al centro coesione sociale e lavoro».
Secondo le stime dei mercati finanziari, un miglioramento del merito creditizio può tradursi in una riduzione del costo del debito compresa tra lo 0,2% e lo 0,4%, liberando risorse per investimenti e aumentando l’attrattività del territorio. «Una Regione più solida finanziariamente riduce il rischio percepito dagli investitori e migliora l’accesso al credito per il sistema economico locale», ha aggiunto Valiani.
Sul fronte sociale, l’aumento delle risorse destinate al welfare – pari a oltre il 5% della spesa regionale di settore – viene letto come un fattore di stabilizzazione economica: «La coesione sociale incide direttamente sulle decisioni di investimento, soprattutto nei territori che vogliono competere sul medio-lungo periodo».
Zls e Zes
Il ragionamento è poi entrato nel merito degli strumenti operativi, con particolare attenzione alle Zone Logistiche Semplificate (ZLS). «La ZLS è oggi lo strumento più immediatamente utilizzabile. In una fase in cui la ZES non ha ancora un indirizzo pienamente definito a livello nazionale ed europeo, la ZLS può incidere concretamente su tempi e costi degli investimenti».
Secondo le analisi disponibili, i regimi di semplificazione amministrativa possono ridurre i tempi autorizzativi dal 30% al 50%, con un impatto diretto sul time to market e sul rendimento atteso dei capitali investiti. Esperienze analoghe mostrano che tali strumenti possono favorire un incremento degli investimenti produttivi compreso tra il 10% e il 20%, con effetti positivi su export, logistica e filiere industriali.
Il confronto è proseguito con gli interventi di Antonio Di Rocco (ANCI Lazio), Ivan Simeone (Confesercenti Latina), Ivan Vento (Segretario UGL Latina) e Tiziana Vona (Presidente Unindustria Latina ad interim), che hanno richiamato l’attenzione su infrastrutture, certezza normativa e semplificazione come veri e propri asset economici.
A chiudere i lavori è stato Luigi Ulgiati, Vice Segretario Generale UGL: «ZES e ZLS sono strumenti di politica economica prima ancora che industriale. Ridurre la burocrazia significa ridurre i costi impliciti per le imprese e aumentare la capacità di trasformare la crescita in occupazione».
Le stime più accreditate indicano infatti che ogni aumento dell’1% degli investimenti produttivi locali può generare una crescita occupazionale tra lo 0,3% e lo 0,5%, soprattutto nei settori logistico, manifatturiero e agroindustriale. Un confronto che evidenzia come rating, semplificazione e politiche per il lavoro possano convergere in una strategia capace di rendere il territorio competitivo e credibile sui mercati.