La città di Aprilia nella giornata di ieri è stata svegliata da un vero e proprio blitz delle forze dell’ordine. Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri hanno dato esecuzione di 25 misure cautelari, con 21 trasferimenti in carcere, due ai domiciliari e altre due misure interdittive. Quanto accaduto ieri è il risultato di un lungo lavoro d’indagine da parte dei Carabinieri coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di almeno 40 persone. Tra i nomi più importanti rientrati in questa operazione, quello che genera maggiore scalpore è quello del sindaco della città Lanfranco Principi. Eletto lo scorso anno e nel 2018, all’epoca dei fatti contestati e della partenza delle indagini, era stato eletto in consiglio comunale e ricopriva la carica di vicesindaco della Giunta di Antonio Terra, anch’esso indagato insieme all’ex assessore e ora consigliere di minoranza Luana Caporaso.
A Principi vengono contestati diversi gravi reati, tra cui concorso esterno in associazione di stampo mafioso, turbativa d’asta e voto di scambio.
Entrando nel dettaglio, dalle indagini degli inquirenti emergono fatti che risalgono a due elezioni amministrative fa per quanto riguarda l’accusa di voto di scambio. Nella circostanza Principi, candidato al consiglio comunale, avrebbe accettato la promessa di due imprenditori di ricevere voti in cambio, una volta eletto, dell’affidamento di lavori, di assunzione di personale e di velocizzare i pagamenti da parte dell’amministrazione comunale per quanto riguarda le ditte degli imprenditori. Dalle indagini emerge che almeno 200 voti sarebbero arrivati con questa modalità delle intimidazioni. Un numero importante, se si considera che il totale delle preferenze ottenute da Lanfranco Principi alle elezioni incriminate è stato di 453. Una circostanza questa confermata anche durante la conferenza stampa che si è tenuta nella giornata di ieri negli uffici della Procura della Repubblica di Roma.
Per quanto riguarda l’accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, la vicenda è stata ricostruita in questo modo dagli inquirenti. Al comune di Aprilia arrivò una richiesta di costituzione di parte civile da parte delle associazioni “Reti di Giustizia” e “La Frusta Politica” in un procedimento per mafia in corso al Tribunale di Velletri. Dalle indagini emerge che l’attuale sindaco, all’epoca dei fatti vicesindaco del Comune di Aprilia, con deleghe al Bilancio, Finanza e Tributi, Rapporti con le aziende e gli enti derivati, Affari Generali e Amministrativi, Personale, Servizi demografici, venne a conoscenza della richiesta. Sempre secondo le ricostruzioni, contribuiva al rafforzamento dell’associazione di stampo mafioso inducendo il sindaco Antonio Terra a rinunciare alla richiesta di costituzione di parte civile per il procedimento in questione.