Si terrà mercoledì 14 alle ore 11 l’inaugurazione della mostra personale dell’artista Palma Aceto dal titolo “Visioni e Archeovisioni” che sarà ospitata fino al 30 giugno presso le sale espositive del Punto IAT di Formia.
La mostra intende promuovere il patrimonio culturale della città e proporre una visione onirica di molti dei luoghi simbolo della stessa, mostrando la bellezza dei reperti archeologici ritrovati durante le varie campagne di scavi, attraverso un racconto fatto per immagini, sottolineando con il cuore ed il colore, l’importanza della salvaguardia del nostro patrimonio culturale. “Questa notte ho fatto un sogno luminoso – afferma l’artista Palma Aceto – ho visto Formia luccicante e glitterata, il luccichio proveniva dalla luce che i siti archeologici riflettevano, bellissimi! li vedevo nella loro piena forma: ricomposti, fieri, accoglienti , guardarli riempiva di gioia innocente, erano ricoperti di evanescente polvere luminosa, colorata e sfavillante che componeva rivoli di acqua rotolanti, scie e spirali composte da linee veloci che si componevano e scomponevano nella ricerca di forme nuove”. Le visioni sognate hanno trovato il modo di materializzarsi attraverso la pittura in diverse opere che ho intitolate Visioni e Archeovisioni”.

“Le Visioni – continua – raccontano l’anima del nostro tempo e le archeovisioni la Memoria dell’Antico, o meglio di chi l’Antico lo ha indagato nella Memoria di luoghi, fatti e tradizioni, come memoria identitaria di una comunità. Raccontano anche negazione di memoria, laddove il patrimonio culturale è violato, infranto, distrutto, in un’epoca proiettata al domani senza storia e la sorprendente attualità del bisogno di concetti come Bellezza, storia, piacere, felicità, sogno divinità, necessità, di promuovere una riflessione sulla centralità delle nostre scelte di determinare l’instaurarsi di un nuovo equilibrio tra uomo, natura, spazio, tempo. Le modalità espressive si manifestano con tecniche differenti e non disdegnano il digitale, sono strumenti utili a raggiungere l’obiettivo della rappresentazione. Con leggerezza lascio migrare le immagini, abbatto i confini tra passato, presente e futuro. alcune opere pur sempre recenti, tessono il filo di un pensiero fervido, ma non ingenuo né inconsapevole dell’opportunità che il progresso permette. Di questo mi servo per veicolare le mie immagini. Il valore di un’immagine del resto non è quello di appartenere ad una categoria tecnica o di genere, ma nel suo essere veicolo per spianare strade alla fantasia, alla percezione, alla memoria, ovvero all’immaginario”.