Vino & Olio: la nuova rotta turistica parte dall’Agro Pontino

Celebrate le eccellenze pontine, dalla cucina alla cantina, passando per i profumi degli uliveti e dei pani artigianali

È stata una sala gremita e partecipe  la “Tinaia” della Cantina Villa Gianna, che nel pomeriggio di lunedì 29 settembre ha ospitato l’evento “Vino & Olio… e non solo. L’Eno-Oleoturismo motore dell’economia locale/territoriale”, promosso dall’associazione culturale Il Corace con il contributo di ARSIAL e Regione Lazio. Un incontro che è stato molto più di una tavola rotonda, un vero laboratorio di idee e visioni sul futuro del turismo agroalimentare pontino. Un pubblico composto da oltre 130 operatori del settore, tra agriturismi, aziende vitivinicole, chef, tour operator, istituzioni, tecnici, comunicatori e studenti, ha seguito con attenzione gli interventi, confermando la crescente attenzione verso un settore che si candida ad essere uno dei più dinamici e identitari per l’intero territorio laziale. Il pomeriggio si è aperto con l’esibizione degli Sbandieratori dei Rioni di Cori. A moderare l’incontro, Francesco Giannini, che ha saputo tenere il filo di una conversazione appassionata sottolineando come l’enoturismo non sia solo una leva economica, ma una visione strategica che abbraccia paesaggio, cultura, tradizione e innovazione. «Il vino da solo non basta a creare flussi turistici  – ha affermato –  serve un paniere di attrattività, in cui il paesaggio è l’elemento forte.

È necessario che l’esperienza sia completa, autentica, immersiva. Non bastano buoni prodotti, servono anche buoni luoghi in cui raccontarli». Un concetto ribadito da Lorenzo “Renzo” Dolci, presidente dell’associazione Il Corace e promotore dell’iniziativa, che ha ringraziato i presenti con parole cariche di orgoglio: «Sono onorato di vedere questa platea ricca di presenze che rappresentano l’anima del nostro territorio. Il nostro compito oggi è quello di far sì che queste energie si incontrino e si trasformino in progetti concreti, con il supporto della Regione e delle realtà produttive locali». Nel cuore dell’incontro, le voci di chi il territorio lo vive e lo coltiva ogni giorno. Giovanni Giannini, fondatore della Cantina Villa Gianna, ha raccontato con emozione la propria storia di “contadino per scelta”, figlio di pugliesi ma innamorato dell’Agro Pontino: «Questa terra mi ha conquistato. Ho sempre creduto nelle sue potenzialità e oggi posso dire che ha tutte le carte in regola per essere riconosciuta come un luogo di eccellenza, per noi cittadini e per i turisti». Più diretto il tono di Gianluca Giannini, responsabile commerciale dell’azienda, che ha provocato la platea con una riflessione amara quanto realistica: «Forse il nostro territorio è un grande attrattore, ma noi non sappiamo ancora sedurre. Dobbiamo fare squadra. Solo così ogni esperienza potrà diventare memorabile». A ricordare che dietro il fascino dei luoghi c’è il lavoro quotidiano degli agricoltori, è stato Marco Carpineti, noto vitivinicoltore e presidente della Strada del Vino della Provincia di Latina, che ha messo l’accento sulla formazione: «Operatori preparati, soprattutto in sala, sono essenziali per trasmettere la bellezza e la qualità dei nostri prodotti. I custodi del territorio non sono solo i produttori, ma anche coloro che sanno raccontarlo». Dall’olio al digitale, la sinergia tra saperi antichi e nuovi strumenti è emersa con forza. Luigi Centauri, presidente CAPOL, ha sottolineato come l’assaggio guidato dell’olio evo possa diventare un momento esperienziale, capace di rinsaldare il legame tra il consumatore e il territorio. Un’idea ripresa anche da Fabrizio Brunello, fondatore di Prodotti Pontini e della piattaforma Agrotravel, che ha presentato un progetto per connettere impresa e turista in un’unica rete integrata. A tirare le fila in chiave istituzionale è stato Vittorio Sambucci, vicepresidente della Commissione Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio: «Solo unendo le forze possiamo costruire una filiera solida e duratura. L’eno-oleoturismo è un ponte tra produzione e racconto, tra economia e cultura, tra identità e futuro».

A chiudere l’evento, in un gesto simbolico quanto spettacolare, è stato Umberto Trombelli, delegato AIS Latina e Miglior Sommelier del Lazio 2024, che ha dato il via alla degustazione con una scenografica sciabolata. Un momento di festa e convivialità che ha celebrato le eccellenze pontine, dalla cucina alla cantina, passando per i profumi degli uliveti e dei pani artigianali. L’evento ha saputo trasformare una discussione settoriale in un manifesto per un nuovo modo di vivere il territorio. Una visione che trova sintesi nelle parole di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, citato nel corso dell’incontro: “Un borgo senza bottega, senza forno, senza osteria è solo una cartolina. Promuoviamo un turismo che genera vita, non solo bellezza. Dove i cittadini siano i primi ad essere felici. Dove si racconti il perché di un muretto a secco o di una varietà autoctona”. O ancora in quelle dell’antropologo Ernesto Di Renzo, che definisce questa fase come l’era dell’“enotransazione”, in cui si passa dal “drinking wine” al “living wine”; “Il vino è cultura, è esperienza, è situazione. Ed è proprio questo che può rendere il nostro territorio attrattivo e riconoscibile, a patto che impariamo a raccontarlo con autenticità e visione”“Vino & Olio… e non solo” non è stato un semplice convegno, ma l’inizio di una narrazione, un piccolo grande passo verso la costruzione di un turismo che sia identità condivisa.

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