Un dipinto di Guadagnuolo per salvare il Lago di Albano-Castel Gandolfo

Nel dipinto di Guadagnuolo il Lago di Albano-Castel Gandolfo è al centro del paesaggio, fa risaltare la resa atmosferica

Il noto pittore Francesco Guadagnuolo, residente ai Castelli Romani, ha realizzato un dipinto per sensibilizzare ciò che sta accadendo al Lago di Albano-Castel Gandolfo nel Lazio.

I Laghi dei Castelli Romani, quello di Castel Gandolfo e quello di Nemi, rischiano l’estinzione. Stando ad una relazione amministrativa dell’ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane). Una condizione che è stata riferita, ultimamente, nell’interesse della Nazione con un servizio, divulgato il 14 agosto 2024, dal geologo Mario Tozzi sul quotidiano ‘La Stampa’. I due importanti laghi che hanno una grande storia, in passato, sono stati visitati spesso da Papi e Imperatori – asserisce Tozzi – attualmente risultano “sull’orlo del collasso”.

Il M° Guadagnuolo sempre attento alla salvaguardia dello stato naturale e dell’ambiente ha pensato bene di realizzare un’opera pittorica per focalizzare subito il problema ed invitare a chi di dovere ad intervenire subito e non arrivare com’è successo alla perdita del Lago di Pergusa (prov.  di Enna), in Sicilia, che Guadagnuolo, con un dipinto, ha voluto recentemente segnalare,

Nel dipinto di Guadagnuolo il Lago di Albano-Castel Gandolfo è al centro del paesaggio, fa risaltare la resa atmosferica, infatti, la luminosità riporta qualunque tratto del luogo in uno scenario impegnato di natura e di bellezza. Il Lago e il cielo, sono dipinti in maggioranza di blu e azzurro. I contrasti sono affievoliti e impiegati nel tratto centrale. La luce adagia ogni porzione dell’ambientazione. Delicate ombre sono create per dare una certa dinamicità. Le colline che contengono il Lago plasmano una sorta di angolatura prospettica che dirige la veduta in profonda – interiorità. Altresì la prospettiva aerea consente di produrre la percezione di allontanamento. É un dipinto dalla dimensione rettangolare con profili diradati che catturano la luce abilmente. L’incanto dell’effigiato si espande dalle alternanze di morbidezze e attività percepibili nelle forme contenute e nelle rappresentazioni esposte. Lo splendore sensibilizzante del creato arriva ad assorbire i momenti diurni e notturni, rallentando l’iter naturale della realtà. Oltre a ciò, gran parte del dipinto è rivolto alla raffigurazione del cielo nell’alba del nuovo giorno esprimendo l’incognito del tempo, la condizione di un futuro differente a ciò che stiamo assistendo. Ma quale sarà il futuro? Questo perché la natura ha un suo corso, a differenza dell’essere umano, ha la prerogativa di conservarsi di continuo, senza mai sparire, solo la mano dell’uomo riesce a far morire la natura.

Tutta l’opera è caratterizzata da colori tenui armonizzati per fare uscire ogni splendore del Lago, cercando in tutti i modi di tutelarlo, quasi vien voglia d’immergersi all’interno dell’opera per viverla di ogni contenuto tramandando un sentore di pacatezza ed estasi.

Attraverso la sua opera Guadagnuolo ci espone la necessità di intervenire con l’aspirazione di perdurare esaurientemente, prima che sia troppo tardi: “salvare il Lago di Albano-Castel Gandolfo”.

È molto malinconico considerare come in una zona così meravigliosa e leggendaria ci sia questo drammatico pericolo della perdita del Lago, così ricco di passato e mito che fanno parte della ricchezza del patrimonio naturale dell’Italia.

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