“Una città che in questi anni ha colpevolmente assistito alla chiusura di tutti gli spazi culturali pubblici. Tutti chiusi per un motivo o per un altro, qualcuno davvero anche poco comprensibile, privandola, di fatto, di un luogo, almeno uno, adeguato per attività culturali come mostre, presentazioni, concerti, eventi, dibattiti e confronti pubblici. Nonostante, siano stati molti i tentativi da parte della cittadinanza di chiedere spazi attrezzati multifunzionali, la situazione è andata progressivamente peggiorando con la chiusura del Palazzo della Bonificazione Pontina a seguito del disastro climatico del 28 ottobre 2018, del Castello Frangipane, della Torre degli Acso, della Biblioteca Olivetti, della sala Appio Monti e di tante chiese del centro storico. Non volendo toccare il tasto dolentissimo della mancanza di un Teatro e di una sala concerti, costringendo molti ad andare nei paesi vicini, anche più piccoli di Terracina, per fruire di una offerta teatrale e musicale di livello o della vergogna degli spazi pubblici, mai realizzati, che il Comune con gli accordi sottoscritti con il privato avrebbe dovuto garantire al Calcatore e al Parco Arene, come Centri Congressi e spazi multifunzionali”. Dichiarano così in un comunicato i Consiglieri di Minoranza, commentando l’assenza in città di spazi culturali pubblici.
“Come forze di minoranza quello che chiediamo da mesi è un Piano di Intervento straordinario per la riapertura degli spazi culturali chiusi che contenesse per ognuno degli interventi a piano, appurata la loro fattibilità tecnico- economica, un cronoprogamma e tutti gli adempimenti necessari per poter traguardare la riapertura del sito individuando obiettivi e responsabilità chiare. Abbiamo quindi accolto con grande favore ed interesse, a seguito della presentazione in Consiglio di una mozione di un consigliere di FdI, poi stranamente ritirata, la convocazione della Commissione Lavori pubblici del 17 maggio scorso che all’ordine del giorno prevedeva il punto: Ricognizione dei Beni Archeologici Storico e Culturali, nello specifico stato dell’arte e fruizion, pensando che questa Amministrazione dopo mesi di assordante silenzio e dopo la pantomima della mozione poi ritirata, avesse finalmente deciso di rendere pubblico ed illustrare il suo Piano di riapertura dei siti chiusi da anni e sui quali né il Documento Unico di Programmazione – DUP, né il Bilancio di previsione e né il Triennale delle opere avevano fatto chiarezza tanto da suscitare qualche perplessità anche all’interno della stessa maggioranza con FdI, il partito di maggioranza relativa, che presentava, sul tema, addirittura un emendamento al DUP evidentemente non convinta degli impegni assunti e condivisi dalla sua stessa maggioranza nei principali documenti di programmazione dell’Ente”. Affermano così nel comunicato i Consiglieri di Minoranza, ribadendo la richiesta di un Piano di intervento straordinario.
“Purtroppo dalla discussione del punto in Commissione è emerso non solo che questo Piano ancora oggi non esiste, ma non si ha neanche idea di come farlo, di quali siano i problemi e di come affrontarli. Pensavamo che la situazione non fosse certamente rosea ma apprendere che, dopo un anno di questa Amministrazione, a parte alcune attività in corso per il Palazzo della Bonificazione Pontina, per il resto della lista dei luoghi all’ordine del giorno non ci sono attività in corso e soprattutto non si ha alcuna idea di se, come e quando questi siti potranno essere riaperti e restituiti alla collettività, è davvero sconfortante e preoccupante per il futuro della città. Quanto emerso nella Commissione ci preoccupa molto, perché se da un lato è emersa la difficoltà di affrontare in modo efficace i problemi, evidenziando lacune gravi sul piano tecnico-amministrativo ed organizzativo, dall’altro non possiamo far finta che invece in questi anni le cose andassero meglio, perché questi siti sono chiusi ormai da anni”. Così nel comunicato Gabriele Subiaco, Alessandro di Tommaso, Pierpaolo Chiumera, Fabrizio di Sauro, Barbara Cerilli, Daniele Cervelloni, Giuseppe Masci.
“Vale la pena precisare come la chiusura di molti siti archeologici e culturali della nostra città dipenda direttamente da scelte politiche riconducibili alle gestioni del settore lavori pubblici che non hanno ritenuto prioritario investire risorse in ristrutturazioni e ottenimento delle necessarie certificazioni. Dal 2011 al 2021 tutti gli assessori che si sono via via succeduti ai lavori pubblici sono stati diretta espressione del partito di Fratelli d’Italia. Allora è evidente che quel partito non può pretendere di lavarsene le mani, presentando emendamenti e mozioni strumentali, nel tentativo di scaricare le responsabilità sugli ultimi arrivati, e continuando ad aggredire verbalmente la minoranza accusandola di poca collaborazione nella soluzione dei problemi o di pretestuosità negli interventi in commissione ed in Consiglio. Perchè in questi anni questa città non si è governata da sola, ma l’ha governata quel partito, assumendo impegni con i cittadini, e allora quel partito deve prendersi le sue responsabilità politiche che sono evidenti, perché il passato conta e la storia recente amministrativa di questa città ci racconta di una politica che ha fallito drammaticamente nella sua funzione e nel suo compito di migliorare la qualità della vita, il benessere e la crescita culturale dei cittadini. Ha fallito e continua a fallire in uno dei suoi obiettivi principali come la fruizione, la gestione e la valorizzazione del suo straordinario patrimonio storico, artistico, archeologico e ambientale”. Continuano così nel comunicato i Consiglieri di Minoranza.
“Pensare che si possa riscrivere la storia fallimentare nella gestione dei beni culturali della città di questi anni, con l’inaugurazione finta del Teatro Romano o con l’annuncio elettorale altisonante di gloriosi affreschi restaurati all’interno dell’oratorio del piccolo tempio del santuario di Monte Sant’Angelo, con quello che raffigura San Silvano, ritenuto oggi la più antica immagine del santo, un’operazione di facciata utile solo a tirare la volata a qualcuno che ha costruito una carriera politica letteralmente sulle rovine (non solo archeologiche) della città, a partire dal dissesto. Una Amministrazione teleguidata, l’ennesima, pronta ad esaudire ogni suo volere e che sembra governare la città pro tempore, in attesa, che quel qualcuno, un giorno, decida di tornare, considerando Terracina un suo possedimento. Una città sospesa ed una classe dirigente che l’amministra oramai ininterrottamente da 20 anni che non ha nessuna capacità e nessuna reale volontà di voler cambiare davvero rotta, una rotta che sembra più devota alla gestione ottimizzata di pacchetti di voti senza volto che al rispetto delle esigenze e dei bisogni dei cittadini e delle imprese, soprattutto quelle culturali. Pertanto, come responsabili delle forze politiche di opposizione e consiglieri di Minoranza, alla luce della riunione della Commissione del 17 maggio scorso, chiediamo un immediato intervento del Sindaco e del Presidente del Consiglio per inserire subito all’Ordine del Giorno del prossimo Consiglio comunale il tema del “Piano di riapertura dei siti culturali”, affinché la questione possa essere affrontata, discussa e dibattuta dall’intero Consiglio comunale e portata a conoscenza di tutta la cittadinanza”. Concludono così nel comunicato i Consiglieri di Minoranza: Gabriele Subiaco, Alessandro di Tommaso, Pierpaolo Chiumera, Fabrizio di Sauro, Barbara Cerilli, Daniele Cervelloni, Giuseppe Masci.