“Storie sotto gli alberi”, in arrivo gli ultimi due appuntamenti

Nel verde del Teatro Villa Pamphilj di Roma arriva la conclusione della rassegna del Teatro Ragazzi che ha tenuto compagnia tanti

Si avvia alla conclusione la riuscitissima rassegna di Teatro Ragazzi “Storie sotto gli alberi”, con la direzione artistica di Veronica Olmi e Andrea Calabretta, realizzata negli spazi all’aperto del Teatro Villa Pamphilj a Roma, con favole, storie e racconti antichi e moderni narrati da artisti capaci di incantare il giovane pubblico con parole, oggetti e immagini amati anche dai grandi.

Anche gli ultimi due spettacoli, programmati per domenica 13 e domenica 20 luglio, andranno in scena alle ore 17.30. L’ingresso è di 7 euro. Si consiglia la prenotazione e l’arrivo al teatro 30 minuti prima dell’inizio degli spettacoli

Domenica 13 luglio sarà la volta della Compagnia Teatro Ragazzi Teatro Pirata con Le avventure di Pulcino di Silvano Fiordelmondo, Diego Pasquinelli e Gianfrancesco Mattioni, con Carmela Giuseppina De Marte. Tutto inizia in una bottega dove vive Gelsomina, un po’ barbona e un po’ bambina, che di mestiere fa l’aggiusta cose. Tutti i giorni, alla stessa ora del mattino, in compagnia della sua fidata radio, apre la sua bottega. Un bel giorno arriva una vecchia valigia con dentro un pulcino di stoffa che, appena riparato, inizia a vivere una nuova vita. Qui iniziano le avventure di Pulcino in cerca di una mamma, perché si sa che la prima cosa che cerca un cucciolo è la mamma! Ad aiutarlo in questa ricerca, insieme a Gelsomina, da un’astronave fatta di un’accozzaglia di oggetti da cucina arriva anche 3×2, uno strampalato anatroccolo proveniente dallo spazio che si metterà a capo della spedizione “Cerca una mamma per Pulcino”. Un viaggio che li porterà in una città puzzolente fatta di cartoni, poi in un bosco di ombrelli e ventagli ed infine in un enorme mare blu. Tra scoperte, avventure ed incontri con improbabili mamme, seguiremo la storia di Pulcino, fino all’epilogo finale dove, sotto un cielo stellato, finalmente troverà affetto e serenità tra le braccia di Gelsomina. Lo spettacolo è realizzato con l’uso di oggetti di recupero, con pupazzi mossi su di un grande tavolo che trasformandosi, diventa di volta in volta la base per le scene. Il tutto arricchito da musiche originali e canzoni cantate dal vivo.

Domenica 20 luglio la chiusura della rassegna è affidata a una produzione Divisoperzero / Florian Metateatro, Officina Prometeo, di e con Francesco Picciotti, la scenografia di Miriam Di Domenico e Francesco Picciotti coadiuvati da Flavia Valoppi e Francesca Villa. Questa è la storia di come furono inventati tutti gli animali, compresa quella strana bestia senza corna o zanne capace di creare cose mirabolanti come enormi città pullulanti di vita e monumenti da lasciare a bocca aperta: gli umani.

Il mito di Prometeo parla della natura stessa dell’essere umano, di cosa lo rende quello che è: un animale unico nel suo genere, capace di ragionamenti profondi, contorti, come quello che lo porta a chiedersi: “chi sono?”

Parla del rapporto complicato con la tecnica, che dona all’uomo un potere innato ma, al tempo stesso, lo rende dipendente dalle sue stesse invenzioni. Ironizza su divinità piuttosto insicure, che hanno bisogno dei mortali più di quanto i mortali abbiano bisogno di loro. Sulla scena un burattinaio-narratore-artigiano da’ voce a tutti i protagonisti del racconto: dalla luminosa Afrodite, al temibile Ares, all’ operoso Efesto, no al più grande di tutti, Zeus, che incarica suo cugino Prometeo di popolare la terra, i cieli e i mari con esseri di tutti i generi. Prometeo usa tutto il suo ingegno e la sua inventiva per “assemblare” una grande varietà di creature terminando la sua opera realizzando l’essere umano. Ma Zeus, infastidito dall’ intraprendenza di quello strano bipede, decide di metterlo in riga. Prometeo, farà tutto quello che è in suo potere per proteggere i propri “gli”.

Le marionette e gli oggetti di scena sono creati combinando oggetti di uso comune: caffettiere e mestoli, abat-jour e pezzi di legno che rappresentano le divinità, l’umanità e le altre bestie create da Prometeo per popolare il mondo. Gli occhi del pubblico devono, a loro volta, compiere un atto di creazione, trasformando un ammasso di pezzi accostati tra di loro in volti e corpi, esercitandosi a guardare gli oggetti quotidiani con rinnovata meraviglia. Anche la scenografia è costruita assemblando più parti che hanno funzioni diverse e che dialogano tra loro mantenendo ognuna una propria autonomia, è uno spazio da abitare, un marchingegno da manovrare, uno strumento da suonare. I miti parlano di morte e rinascita, di amore e di disillusione, di successi pieni di infelicità e di dolci tristezze; raccontare queste storie ai bambini e alle famiglie significa metterli in contatto con una visione antica ma ancora calzante dell’esperienza umana. Un sapere pre-scientifico ma ancora utile.

Come sottolinea la Direzione Artistica: “Al Teatro Villa Pamphilj, sotto gli alberi di Villa Pamphilj, fioriscono le storie con burattini, voci, musica, corpi, suoni, odori. In comune la voglia di stupire e di rapire il pubblico. Pochi kilowatt e tante idee, per una rassegna con impatto bassissimo, (quasi zero) e un impatto culturale altissimo. Storie sotto gli alberi è rivolto a tutti coloro che dell’infanzia mantengono intatta la voglia di stupirsi. Aprite gli occhi, spalancate le orecchie, dilatate le narici e prestateci attenzione, ve la restituiremo con gli interessi.”

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