Sicurezza come parte integrante della vita aziendale e sociale, la sfida di Ebit Lazio

Boom di presenze per la tappa locale dell’iniziativa “La Sicurezza sul Lavoro scende in strada”, promossa dall'ente bilaterale

Si conclude oggi a Terracina, aperta ieri dalla conferenza di presentazione che si è tenuta nella sala di rappresentanza del Comune, la tappa locale dell’iniziativa “La Sicurezza sul Lavoro scende in strada”, promossa da Ebit Lazio, con una partecipazione attiva e consapevole da parte di lavoratori, imprese e istituzioni locali. Un appuntamento che ha confermato, ancora una volta, quanto la formazione e la prevenzione siano oggi elementi indispensabili per costruire ambienti di lavoro più sicuri, responsabili e sostenibili. L’evento, giunto alla sua settima edizione, ha animato il cuore della città con attività informative e formative che hanno coinvolto direttamente il tessuto economico e sociale del territorio. Dai corsi pratici in materia di primo soccorso e uso del defibrillatore alle attività di sensibilizzazione aperte a tutti, la sicurezza è uscita dai luoghi chiusi per incontrare le persone nelle piazze, rendendosi accessibile, concreta, quotidiana.

Non si è trattato solo di adempiere a un obbligo, ma di rilanciare l’idea di una cultura condivisa della sicurezza come valore strategico per le imprese e diritto imprescindibile per ogni lavoratore. L’iniziativa ha mostrato come, anche nei settori del terziario e dei servizi, spesso erroneamente percepiti come “a basso rischio”, la prevenzione debba essere parte integrante dell’organizzazione aziendale. I numeri parlano chiaro: 100 persone formate in tre giorni nei corsi antincendio e BLSD, decine di imprese coinvolte, un’adesione convinta da parte di esercenti, operatori del turismo, pubblici esercizi e stabilimenti balneari. Ma soprattutto, la consapevolezza diffusa che la sicurezza non è un costo, ma un investimento. L’iniziativa, sostenuta anche dal patrocinio delle istituzioni locali, ha messo in rete competenze e responsabilità, grazie al lavoro sinergico tra Ebit Lazio, Confcommercio Lazio Sud, le organizzazioni sindacali e il Comune di Terracina. Una rete che, come dimostrato da questa esperienza, può davvero contribuire alla costruzione di un nuovo modello culturale e organizzativo del lavoro, fondato sulla prevenzione, sul rispetto delle regole e sul valore della formazione continua. La tappa di Terracina si chiude dunque con un bilancio positivo, ma anche con una sfida chiara per il futuro: rendere la sicurezza parte integrante della vita aziendale e sociale, diffondere buone pratiche e garantire che ogni lavoratore, in ogni contesto, abbia gli strumenti per operare in un ambiente sano e protetto.

Le interviste

La nascita di Ebit Lazio – l’Ente Bilaterale del Terziario, Distribuzione e Servizi del Lazio – è il risultato di un’esigenza concreta e condivisa: garantire tutela, formazione e servizi reali ai lavoratori e alle imprese del comparto. Un’esigenza che si è fatta ancora più urgente e tangibile dopo il tragico episodio di Focene nel 2017, quando la mancanza di conoscenze e strumenti adeguati in materia di sicurezza sul lavoro contribuì a un evento drammatico culminato con la morte di un bambino di 8 anni. Quel momento, diventato simbolico, ha messo in luce una verità spesso ignorata: la sicurezza non è mai scontata, e il suo deficit può avere conseguenze devastanti, anche in settori percepiti come “non a rischio”. La tragedia di Focene ha rappresentato uno spartiacque: ha mostrato quanto fosse necessario creare strumenti stabili, strutturati e diffusi per formare, informare e prevenire. Da lì, il rafforzamento del ruolo della bilateralità: Ebit Lazio nasce per offrire un presidio territoriale concreto, capace di connettere imprese, lavoratori e parti sociali in un’azione coordinata di crescita, tutela e legalità. Non solo per garantire il rispetto delle normative, ma per favorire una cultura diffusa della sicurezza, della qualità del lavoro e della dignità professionale. Oggi Ebit Lazio rappresenta una risposta organizzata e proattiva a un bisogno reale, un ponte tra il mondo delle imprese e quello dei lavoratori, con l’obiettivo comune di evitare che episodi come quello di Focene possano ripetersi, costruendo ambienti di lavoro più sicuri, più umani, più giusti.

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Simone Di Giulio
Simone Di Giulio
Simone Di Giulio inizia a scrivere nel 2003 e nel 2006 entra nell’albo dei Pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti. Vanta diverse esperienze come redattore e corrispondente in alcuni quotidiani della provincia di Latina, come “Il Territorio” e “Il Tempo”. È stato direttore della rivista “Utopia Magazine”, del quotidiano online “Mondoreale” e caporedattore de “I Lepini”. Ha collaborato con alcune riviste e con enti pubblici ed ha partecipato come docente a corsi sulla comunicazione.

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