Finirà nelle aule di un tribunale la “contesa” tra i due gruppi di Protezione Civile impegnati nel territorio di Sezze, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo (ANVVFC) “Città di Sezze” presieduta da Paolo Casalini e l’Associazione Volontari Vigilanza Ambientale (VVA) presieduta da Maurizio Tiberi. La denuncia querela, presentata dai legali della prima associazione di volontariato, Emiliano Berti e Antonio Raponi, fa riferimento ad un articolo pubblicato su un quotidiano locale nel quale Tiberi attaccava, più o meno velatamente, il presidente dell’altra associazione, tanto da spingere lo stesso Casalini a presentare una denuncia alla locale caserma dei Carabinieri. Contestualmente, però, la stessa associazione “Città di Sezze” ha voluto chiarire alcune dinamiche che intercorrono tra le due realtà di volontariato, organizzando una conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio proprio nello studio legale che sta seguendo la vicenda.
“E’ di tutta evidenza – ha spiegato lo stesso Paolo Casalini – che le dichiarazioni rilasciate dal signor Maurizio Tiberi hanno il solo scopo di screditare l’operato dell’ANVVFC e far apparire invece la propria associazione quale migliore e maggiormente qualificata. Tralasciando aspetti che riguardano i bandi di concorso esperiti dalla Regione Lazio, dipartimento di Protezione Civile, mediante i quali vengono erogati fondi alle associazioni di volontariato che ne fanno richiesta e che siano in possesso di determinati requisiti, è di tutta evidenza che le sue parole, che considero pretestuose e infondate, ledono fortemente la reputazione e l’onorabilità dall’associazione che rappresento. Dichiarazioni allusive di una situazione gravemente infamante (i rimborsi che prendiamo non li usiamo per andare a cena a uffa), oppure (non è consegnando il pannello un giorno ad Amatrice che si diventa specialisti), o ancora (a Casali, quest’estate, noi abbiamo lavorato per sette giorni e sette notti di seguito per spegnere i fuochi, mentre gli altri bagnavano gli alberi a valle).
“Lo scopo delle suddette – ha proseguito Casalini – è quello da far assumere agli occhi della gente e delle istituzioni un maggior prestigio gettando discredito sull’associazione avversaria, quando invece sussiste (o almeno dovrebbe sussistere) un obbligo primario di lealtà, correttezza e collaborazione che contraddistingue la natura delle organizzazioni di volontariato”. Una storia probabilmente figlia di vecchie ed irrisolte ruggini, forse mal gestite. Sembra del tutto evidente, comunque, che questo passaggio alle vie legali non sia l’epilogo della vicenda, quanto piuttosto un punto di non ritorno nella gestione che, a questo punto, si dovrà necessariamente rivedere, a discapito di un gruppo o dell’altro.