Il processo Reset è giunto al suo atto finale. Nella giornata odierna, dopo una lunga camera di consiglio, il Collegio Penale del Tribunale, presieduto dal giudice Mario La Rosa, ha emesso le sentenze per i 31 imputati, accusati a vario titolo di estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione finalizzata al traffico di droga con l’aggravante. La sentenza è di sette condanne e tutte assoluzioni: dodici anni e tre mesi per Angelo Travali, dieci anni per il fratello Salvatore e per Angelo Morelli, otto anni e quattro mesi per Costantino Di Silvio detto Cha Cha. È caduta l’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico con l’aggravante del metodo mafioso.
Il processo ricostruisce la situazione di potere e di gestione della droga che si era instaurata a Latina negli ultimi 20 anni, fino al 2015, anno in cui sono scattati gli arresti per i membri del clan Travali/Di Silvio. Dunque, spaccio, usura ed estorsione tra i metodi principalmente utilizzati dagli imputati, per i quali i pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia, Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, hanno chiesto le condanne per i trentuno imputati avevano chiesto oltre quattro secoli di carcere, in totale 412 anni. Il Comune di Latina insieme all’associazione Antonino Caponnetto si sono costituiti parte civile nel procedimento, che ha preso il via nel 2022 e oggi dopo tre anni è giunto al suo termine con le sentenze. Un procedimento accelerato nell’ultimo periodo per evitare la scadenza delle misure cautelari di alcuni degli indagati.