Processo chioschi, Ciolfi: “Comune assente per fatti contestati con l’aggravante del metodo mafioso”

La capogruppo del M5S Maria Grazia Ciolfi: "Sulla legalità servono segnali chiari, non giustificazioni scivolose"

«Sulla mancata costituzione di parte civile del Comune nel processo per le intimidazioni nell’assegnazione dei chioschi sul lungomare, la toppa dell’amministrazione Celentano è peggio del buco». Così la capogruppo del M5S Maria Grazia Ciolfi, che ritiene «politicamente inaccettabile l’assenza del Comune in una causa che coinvolge beni demaniali comunali assegnati in concessione per fatti contestati con il 416-bis, ossia con l’aggravante dal metodo mafioso: due parametri che avrebbero dovuto far saltare Sindaca e Giunta dalla sedia e procedere immediatamente alla delibera di incarico all’Avvocatura comunale per la costituzione di parte civile, ma questo non è avvenuto».

«La motivazione fornita dalla Sindaca – la mancata notifica della Procura – non giustifica la scelta. In passato l’Ente si è costituito parte civile anche in assenza di notifica. È evidente che si tratta di una decisione politica grave e una giustificazione non corretta» prosegue Ciolfi, chiedendo di visionare la relazione dell’Avvocatura citata dalla Sindaca in Consiglio.

Il Movimento contesta anche la scelta di agire solo in sede civile, annunciata dalla Sindaca e definita dalla stessa “più efficace”: «La costituzione di parte civile non è una procedura d’ufficio, ma un segnale politico forte, un indirizzo inequivocabile che pone l’ente al fianco della giustizia nella lotta contro l’illegalità, in difesa della collettività e della città che ha subito un danno morale e di immagine. Sostituirla con un’azione risarcitoria significa ridurre la costituzione a una questione economica ed è inaccettabile».

Ciolfi punta il dito anche sull’organizzazione dell’Avvocatura comunale, ancora guidata dalla segretaria generale non togata: «È un’anomalia che genera confusione e inefficienze. In passato, lo stesso senatore Calandrini in veste di consigliere comunale di minoranza si era battuto per l’indipendenza dell’Avvocatura comunale denunciando possibili ingerenze dell’ex Segretaria Generale e chiedendo che a capo dell’Avvocatura vi fosse un legale iscritto all’Elenco Speciale. Una coerenza che manca del tutto ai compagni di partito del senatore oggi al governo della città, che hanno ufficialmente consegnato l’Avvocatura alla Segretaria Generale, nominandola Dirigente seppure non togato».

«Sul valore della costituzione di parte civile nei processi a tutela della collettività è stato proprio il centrodestra a tracciare una linea chiara in passato. A introdurre l’obbligo nei procedimenti per reati edilizi fu il sindaco Finestra con una deliberazione, richiamata e attuata anche dal sindaco Zaccheo prima e Di Giorgi poi. Una scelta politica forte e coerente, che oggi questa amministrazione fatica a replicare. Lo dimostra anche la prima bozza del nuovo regolamento dell’Avvocatura, in cui si ipotizzava di limitare la costituzione solo ad alcuni reati: un’impostazione politicamente discutibile e difficilmente praticabile, da alcuni giustificata con un risparmio economico per l’Ente, ma per il Movimento i tagli da fare sono altri».

La consigliera sollecita chiarimenti tecnici e politici: «È stata avviata un’istruttoria dalla Sindaca per capire perché l’Ente non si sia costituito, ma a tutt’oggi ancora non sappiamo chi, tra Dirigente dell’Avvocatura e consulente legale, ha mal consigliato la Sindaca o ha mancato di farlo».

Ciolfi conclude con un interrogativo che anticipa una proposta concreta per uscire dall’impasse: «Esiste ancora un margine per costituirsi parte civile? La Sindaca ha il dovere di verificarlo con un’azione politica forte e incisiva. Come Movimento la invitiamo a portarla avanti e a riferirne in Consiglio, certi che sarà anche una sua priorità».

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