Patti di collaborazione, Lbc accusa il Comune: “Trasparenza e pari trattamento per tutti i cittadini”

l movimento denuncia l'approvazione in 20 giorni del patto per il Parco Alicandro, mentre oltre 40 proposte restano bloccate da mesi o anni

Il movimento Latina Bene Comune torna a chiedere chiarezza sull’iter dei patti di collaborazione e denuncia quella che definisce una disparità di trattamento da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Celentano.

Al centro della contestazione, il patto di collaborazione relativo al Parco Giulia Alicandro, firmato il 22 agosto scorso tra il Comune e un cittadino, con tanto di comunicato stampa ufficiale e ringraziamenti da parte dell’assessore Andrea Chiarato.

“Il patto – spiegano i consiglieri comunali di Lbc Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton insieme alla segretaria del movimento Elettra Ortu La Barbera – è stato presentato il 31 luglio e approvato in appena 20 giorni, mentre oltre 40 proposte simili restano ferme da più di un anno, alcune addirittura da due. La maggior parte dei blocchi riguarda la cura del verde e le coperture assicurative, nonostante il regolamento comunale sia stato recentemente aggiornato proprio su impulso del dipartimento Ambiente”.

Secondo Lbc, il patto per il Parco Alicandro ha ottenuto l’autorizzazione anche per la cura delle aree verdi circostanti, con passaggio di competenze dal dipartimento Ambiente a quello delle Manutenzioni, che avrebbe agito senza incontrare gli stessi ostacoli posti ad altri cittadini. “È legittimo chiedersi – sottolineano – perché in questo caso l’iter sia stato così rapido e ad altri cittadini venga negata la stessa possibilità”.

Il movimento ribadisce di essere favorevole a ogni iniziativa di cittadinanza attiva, ma contesta la “disparità di trattamento che rischia di creare cittadini di serie A e cittadini di serie B, tradendo lo spirito stesso dei patti di collaborazione”.

Per questo, i consiglieri di Lbc hanno inviato una diffida ufficiale al Comune di Latina, chiedendo che il regolamento sui beni comuni venga applicato in modo uniforme e senza eccezioni.

“Latina – ricordano – è stata tra le prime città in Italia a dotarsi di questo strumento nel 2018. Oggi però rischiamo di svilirlo se l’amministrazione non garantisce trasparenza, equità e rispetto per l’impegno dei cittadini che da mesi e anni attendono di poter prendersi cura dei beni comuni dei propri quartieri e borghi”.

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