Un’ondata di indignazione e dolore ha travolto l’Argentina dopo il brutale femminicidio di una 15enne e di due ventenni, torturate e assassinate in un’abitazione di Florencio Varela, nella provincia di Buenos Aires.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e riportato dalla stampa nazionale ed estera, le tre giovani sarebbero state attirate con l’inganno a una festa, dove sono state seviziate e poi uccise davanti a un pubblico agghiacciante: la scena è stata trasmessa in diretta su un gruppo social, seguito in quel momento da almeno 45 persone.
Le indagini della polizia hanno portato a ipotizzare che il delitto fosse legato a un regolamento interno delle gang criminali locali. Le ragazze sarebbero state considerate “colpevoli” di aver violato un presunto codice non scritto e il loro martirio avrebbe avuto lo scopo di lanciare un messaggio di terrore.
Un video acquisito dagli inquirenti mostra infatti una voce maschile che pronuncia una frase glaciale: «Questo è ciò che succede a chi mi ruba la droga».
Il ritrovamento dei corpi ha scosso profondamente l’opinione pubblica argentina. Nelle principali città del Paese, movimenti femministi e associazioni civiche hanno già annunciato e messo in atto manifestazioni e veglie per chiedere giustizia per le giovani vittime, ma anche più tutela e protezione per le donne in un Paese che da anni registra un alto tasso di femminicidi.
Il governo nazionale ha condannato l’accaduto, parlando di “crimine mostruoso” e annunciando il massimo impegno per identificare e consegnare alla giustizia tutti i responsabili.