«Se un’azienda prima funzionava bene e poi, con il cambio di gestione, inizia a funzionare male – e poi sempre peggio – non serve una laurea ad Harvard (riferimento non casuale) per capire dove sia il problema e chi ne sia responsabile. Mi riferisco all’Azienda Speciale ABC e alle proteste, giustificate, dei suoi lavoratori». Con queste parole Damiano Coletta, ex sindaco ed esponente del movimento Lbc, commenta sui social quanto sta accadendo sotto il Comune di Latina questa mattina, quando un folto gruppo di lavoratori dell’azienda Abc si è riunito per manifestare.
«Non voglio strumentalizzare la loro mobilitazione, né cadere in facili slogan. Ma non posso nascondere una profonda preoccupazione per le ricadute che questa situazione sta avendo – e avrà – sulla città. All’orizzonte si profila un’altra stagione di disservizi e degrado, in particolare alla Marina. Rischiamo di perdere importanti finanziamenti PNRR, e resta inspiegabile il totale stravolgimento del progetto “A gonfie vele”. I dossier più complessi vengono affrontati con leggerezza, basti pensare al collegamento con Latina Scalo o alla questione della perequazione urbanistica. Sembra regnare l’improvvisazione, come se si amministrasse una piccola parte e non un’intera comunità. Tra tutte, la questione dei rifiuti è quella che desta maggiore allarme.
Le denunce dei lavoratori ABC sono pienamente condivisibili. Chiedono giustamente garanzie e risposte che non hanno. Si sentono presi in giro e lesi nella loro dignità di lavoratori. Parliamo di improvvisazione? Incompetenza? Inadeguatezza? Forse tutte e tre.
Il dato oggettivo – continua Coletta – è che l’attuale amministrazione sta smantellando un’azienda pubblica che, con visione e collaborazione politica, sarebbe potuta diventare un modello virtuoso. La soluzione c’era: completare la raccolta porta a porta nel centro e investire sul personale. E invece dal 2023 tutto è fermo. Colpevolmente fermo. Abbiamo una delle Tari più alte d’Italia, meno ritiri, una raccolta differenziata inchiodata al 50%, l’indifferenziato che cresce – con costi crescenti verso Rida Ambiente (oltre 7 milioni di euro) – e una città sempre più sporca. I cittadini perdono fiducia, e non a torto. A questo si aggiunge la vicenda Palmerini, con il rischio che vengano annullati tutti gli atti approvati sotto la sua presidenza del CdA.
Nel frattempo, l’amministrazione continua a tagliare risorse ad ABC, alimentando il caos. E crescono le proteste: quelle dei cittadini, esasperati dal degrado, e quelle dei lavoratori, stanchi di incertezza e carichi insostenibili. Possiamo parlare di una gestione disastrosa? Sì, senza esitazioni. Oggi – conclude l’esponente Lbc – manca la tutela del bene comune. Si sta arrecando un danno concreto ai cittadini – economicamente e in termini di vivibilità – e all’immagine della città. Se fosse una sala operatoria, questa “equipe” andrebbe sostituita per non fare altri danni. Se fosse un’azienda privata, la governance sarebbe già stata rinnovata. Forse è tempo di alzare la mano, riconoscere l’inadeguatezza e fare un passo indietro. Per rispetto della città. Con umiltà, chiedere il contributo di tutte le forze politiche per trovare soluzioni condivise, efficaci e durature. Perché le strade esistono. Basta volerle percorrere, insieme, senza pregiudizi e senza interessi di parte».