Latina guida la nuova Rete Trasfusionale del Basso Lazio

Tiero (FdI): “Una grande battaglia vinta per il nostro territorio. Ora si valorizzi l’eccellenza che rappresentiamo”

La sanità pontina conquista un importante riconoscimento. Con l’approvazione definitiva del documento di “riordino e revisione della Rete Trasfusionale della Regione Lazio”, il Santa Maria Goretti di Latina diventa ufficialmente la struttura capofila della Macroarea del Basso Lazio, che comprenderà anche i presìdi di Anzio, Formia e della provincia di Frosinone. Un risultato strategico, che segna un punto fermo nella riorganizzazione dei servizi trasfusionali regionali e conferma il ruolo centrale del Goretti nella rete ospedaliera.

A esprimere soddisfazione è Enrico Tiero, vice portavoce regionale di Fratelli d’Italia, membro della Commissione Sanità e presidente della Commissione Sviluppo economico e Attività produttive del Consiglio regionale del Lazio:

«Siamo riusciti a portare a casa una battaglia che difendiamo da tempo, anche attraverso atti formali come l’ordine del giorno approvato in Consiglio in occasione della legge di stabilità 2025. L’obiettivo è sempre stato uno: garantire a Latina un ruolo da protagonista nella rete trasfusionale, evitando ogni ipotesi di depotenziamento o marginalizzazione».

Il valore di una scelta

Il Servizio Immunotrasfusionale (Simt) dell’ospedale Goretti, diretto dal professor Francesco Equitani, è da anni considerato un’eccellenza sul piano organizzativo, clinico e professionale. La sua leadership, però, non era stata inizialmente riconfermata nella proposta elaborata dal Nucleo Tecnico Operativo regionale, che puntava su un’altra struttura per la guida della nuova Macroarea.
Una prospettiva che aveva sollevato preoccupazioni tra gli operatori e le istituzioni locali.

«Abbiamo ritenuto inaccettabile che un centro di tale livello potesse essere ridimensionato – spiega Tiero – e abbiamo lavorato affinché venisse riconosciuto ciò che sul campo è già una realtà: il Goretti ha la capacità, le competenze e le strutture per essere il fulcro operativo della rete trasfusionale nel basso Lazio. La Regione, ascoltando le nostre istanze, ha scelto la direzione giusta».

Riconoscimento e rilancio

Secondo Tiero, il riconoscimento ottenuto non deve essere un punto di arrivo, ma piuttosto l’inizio di una nuova fase.

«Ora che il Goretti viene formalmente confermato come riferimento, dobbiamo puntare al rafforzamento dell’organico, all’aggiornamento tecnologico, e alla valorizzazione delle competenze già presenti. Abbiamo un grande capitale umano da cui partire: medici, tecnici, infermieri che ogni giorno operano con dedizione e professionalità».

Il riordino della Rete Trasfusionale rappresenta un passaggio strategico per l’intero sistema sanitario regionale, ma assume una valenza particolare per i territori del sud del Lazio, troppo spesso percepiti come periferici rispetto alle scelte politiche e sanitarie. In questo senso, il ruolo guida affidato a Latina ha anche un valore simbolico, oltre che funzionale.

Una battaglia per il territorio

«Non si tratta solo di una questione tecnica – conclude Tiero – ma di dignità territoriale. Abbiamo dimostrato che, quando si lavora con determinazione e coerenza, è possibile ottenere risultati importanti. Questa non è una vittoria personale o di partito: è una vittoria per i cittadini di Latina e del basso Lazio, per tutti coloro che hanno diritto a un servizio sanitario di qualità, vicino, efficiente e moderno».

Il Goretti, dunque, si conferma non solo un polo sanitario di riferimento, ma anche un simbolo di riscatto e valorizzazione per l’intera area pontina. Una conquista che segna un punto fermo nel dibattito sulla sanità regionale e che apre nuove prospettive di crescita per l’intero sistema.

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