Una storia del tutto inventata, ambientata a Latina, per ottenere un tornaconto personale. Questo quanto accertato dalle indagini condotte dalle forze dell’ordine del capoluogo dopo che una donna aveva accusato il marito ingiustamente. In caso di divorzio, infatti, la signora, marocchina, avrebbe dovuto far ritorno in Africa e la cosa, probabilmente, non la faceva felice.
A finire sul banco degli imputati il marito della donna, un uomo di 33 anni, anche lui di origine marocchina, in Italia con regolare permesso di soggiorno e che lavora come operaio. Lei lo accusava di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona, tanto che nei suoi confronti era stato preso un provvedimenti restrittivo come il divieto di avvicinamento alla parte offesa notificato poche settimane fa.
E’ stato l’operaio, durante l’interrogatorio di garanzia, a raccontare la sua versione dei fatti, ben diversa da quella riportata dalla ex moglie. Secondo l’uomo le accuse sarebbero una vendetta dopo che lui ha troncato il loro rapporto e, soprattutto, un tentativo della donna di di restare a vivere in Italia. I riscontri hanno indotto il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cari a revocare il provvedimento.
Troppe le contraddizioni nelle quali è cadute la signora, a cominciare dal particolare che non poteva essere stata sequestrata in casa, visto che in realtà non le sono mai state sottratte le chiavi dell’abitazione. Quindi, al tirare delle somme, la signora avrebbe inventato tutto perché il marito, titolare di un reddito certo e con un contratto a tempo indeterminato, rappresentava l’unica occasione di continuare a vivere in Italia; motivo per cui non voleva divorziare e lo ha denunciato.