Latina Capitale della Cultura, la denuncia dell’opposizione: “Indecenza istituzionale”

"Il tempo è finito: l’amministrazione Celentano non ha voluto coinvolgere l’opposizione in nessun modo", il commento di Valeria Campagna (PD)

Oggi scade il termine ultimo utile a presentare proposte per Latina Capitale italiana della Cultura 2026. Il tempo è finito: l’amministrazione Celentano non ha voluto coinvolgere l’opposizione in nessun modo.

Lo abbiamo chiesto in ogni sede, consapevoli di quanto un’occasione tanto importante per la città meritasse una collaborazione tra le parti in grado di superare qualsiasi steccato. Ma hanno preferito fare da sé, confermando un metodo né aperto, né partecipativo.

Il massimo che ci è stato gentilmente concesso (che grazia) è stato un tavolo informale alla presenza della coordinatrice del progetto, Daniela Cavallo, e dell’assessora referente per la giunta della candidatura, Annalisa Muzio.

Una mezz’oretta sbrigativa dove sono state relazionate slide senza possibilità di contraddittorio e senza uno spazio dedicato alla raccolta di feedback o proposte provenienti dai gruppi consiliari di opposizione. Insomma, se la sono cantata e se la sono suonata.

All’indecenza istituzionale si aggiunge anche quella di stile visto che l’Assessora Muzio si è distinta per toni veementi e piccati prima di chiudere, unilateralmente e sgarbatamente, la seduta. Matilde Celentano – la “Sindaca di tutti” – è poi intervenuta per mezzo stampa in difesa della sola Assessora. Non riconoscendo il ruolo dei consiglieri e delle consigliere di opposizione.

Quel che fatto è fatto. Ci complimenteremo ed esulteremo se Latina dovesse vincere, rivendicheremo le responsabilità di ognuno e ci dispiaceremo se Latina dovesse perdere. Ma comunque vada, rimarrà il vuoto per la mancata partecipazione e la non condivisione di quello che poteva essere un progetto in grado di unificare la città.

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