L’ambasciatrice del Montenegro in visita ufficiale al Comune di Gaeta

Il sindaco Leccese ha ricevuto Milena Šofranac Ljiubojević, accolta insieme al ministro consigliere Jelena Burzan e al funzionario Rade Cerovic

Un patto di amicizia, un ponte tra le due sponde dell’Adriatico per promuovere scambi culturali, sociali ed economici, al fine di apportare benefici in termini di crescita e sviluppo delle due comunità: con questo proposito, il Sindaco Cristian Leccese ha ricevuto in visita ufficiale l’Ambasciatrice del Montenegro, Milena Šofranac Ljiubojević, che è stata accolta presso il Palazzo comunale insieme al Ministro Consigliere, Jelena Burzan, e al Funzionario Rade Cerovic. Nel corso dell’incontro, svoltosi in un clima di cordialità, è stata avanzata la proposta di stipulare un gemellaggio tra Gaeta e Cettigne (Cetinje), antica capitale del Regno del Montenegro fino al 1918. Un’idea fondata su ragioni e vicende storiche che hanno unito le due cittadine in maniera vitale.

Il Borgo di Gaeta, infatti, con Regio Decreto del 15 marzo 1897, diventò comune autonomo prendendo il nome di “Comune di Elena” proprio in onore dell’allora principessa Elena del Montenegro, futura regina d’Italia. Nata nel 1873 a Cettigne, sesta figlia di Milena Vukotić e di re Nicola I del Montenegro, Jelena Petrović-Njegoš è stata la seconda regina d’Italia come consorte di Vittorio Emanuele III e madre di Umberto II, acquisendo dopo il matrimonio il nome di Elena di Savoia. Per questi motivi, entrambe le città sono orgogliose di tener viva la memoria della regina Elena del Montenegro, animo sensibile e pragmatico, che si tenne sempre lontana dalle questioni politiche e profuse il suo impegno in numerose iniziative caritative e assistenziali, che le assicurarono vasta simpatia e popolarità, al punto da essere anche proclamata “Serva di Dio”.

Inoltre, Gaeta ha un particolare significato per il Montenegro, che con i suoi 650 mila abitanti rappresenta uno degli Stati più giovani del mondo. Il Paese balcanico, infatti, è stato alleato dell’Italia durante la Prima Guerra Mondiale, perdendo l’indipendenza al termine del conflitto e subendo anche l’annessione alla Serbia. L’evento provocò una rivolta, scoppiata proprio a Cettigne, mentre parte dell’esercito montenegrino era stazionato proprio a Gaeta e si preparava per tornare in patria e lottare per la libertà. Soffocata immediatamente e brutalmente l’insurrezione, i circa mille soldati ed esuli decisero così di rimanere nella città del Golfo, dove molti di loro sono morti e tuttora sepolti. Il legame proseguì anche durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le truppe italiane occuparono il Montenegro risalendo dall’Albania. Al momento dell’armistizio dell’8 settembre 1943, le truppe tedesche entrarono nel territorio, ufficialmente italiano, per imprimere maggiore energia alla repressione. Fu allora che alcuni reparti italiani entrarono a far parte dell’Esercito partigiano jugoslavo, contribuendo alla liberazione finale del Paese.

Il commento del sindaco

La memoria di questi eventi è rimasta viva nella mente e nel cuore dei montenegrini, soprattutto quando il 21 maggio del 2006, con un referendum, i suoi cittadini hanno ricostruito, dopo 88 anni, l’indipendenza e la sovranità, subito riconosciuta dalla Repubblica Italiana. «Sono onorato – ha commentato il Sindaco, dott. Cristian Leccese – di aver ricevuto e accolto nel Palazzo comunale l’Ambasciatrice del Montenegro, Milena Šofranac Ljiubojević, arrivata qui a Gaeta in visita ufficiale, e la ringrazio particolarmente per la sua presenza. Le due città di Gaeta e Cettigne sono da sempre unite da un legame speciale, ed è nostra intenzione accrescere e rafforzare ancor di più il patto d’amicizia presente da secoli, anche attraverso un eventuale accordo ufficiale di gemellaggio. Oggi, infatti, a 16 anni dalla rinnovata indipendenza del Montenegro, rinsaldare questa connessione significherebbe per entrambi sottolineare che il nostro rapporto non solo non è stato dimenticato, ma potrebbe apportare benefici in termini di crescita e sviluppo delle due comunità, attraverso la promozione di scambi culturali, sociali ed economici».

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