Un elefante che accartoccia il corpo di uomo ancora in vita, un braccio tagliato con un machete, raccolto da chi lo ha perso, con l’unico arto superiore rimasto, due uomini coperti con una maschera che costringono un terzo uomo in lacrime e mangiare con la forza: sono solo alcune delle scene reali, non frutto dell’intelligenza artificiale, raccontate dagli utenti di Instagram che tra mercoledì e giovedì 26 e 27 febbraio scorsi si sono ritrovati, loro malgrado, nella propria pagina personale Reels di Instagram. Il panico si è diffuso anche su altri social network, come Tik Tok, dove sono spuntati centinaia di video-denuncia di quello che stava accadendo su Ig, numerosi gli appelli a “non guardare”.
Gli appelli su TikTok
Tra gli appelli, quello di “L’Influencer onesta“, rivolto in particolare alle mamme. La tiktoker in lacrime si dice sotto choc per quello che ha visto: “Se avete dei figli evitate di dargli il telefono in questo momento, io sto male, ho visto cose che non so neanche se posso dire, gente che muore, bambini maltrattati, uccisioni, ho visto un uomo che piangeva mentre due persone lo forzavano con una maschera a mangiare”. Un altro tiktoker ha invitato a non aprire i reels di Instagram “per la vostra sanità mentale”. Alcuni utenti hanno affermato di aver visto questo tipo contenuti, malgrado l’attivazione del “Sensitive Content Control” di Instagram.
Meta si scusa per l’errore
Solo dopo diverse ore tutto è rientrato nella “normalità”. Meta ha diffuso una comunicazione con Cnbc per scusarsi, ma non è entrata nel dettaglio per spiegare cosa sia successo, si è limitata a parlare di “errore”. “Abbiamo corretto un errore che ha portato alcuni utenti a vedere contenuti nel loro feed Instagram Reels che non avrebbero dovuto essere consigliati- riporta infatti Cnbc- Ci scusiamo per l’errore”. Tuttavia, la stessa testata economica americana ha fatto notare che l’errore con Instagram Reels, arriva dopo che Meta ha annunciato i piani per aggiornare le sue politiche di moderazione, per migliorare la promozione della libera espressione”. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –