Export, in calo le province di Frosinone e Latina: in crisi il settore farmaceutico

Dopo la vigorosa crescita targata 2022 “gonfiata” dalle tensioni sui prezzi, nel corso dei primi sei mesi di quest’anno le tendenze espansive dei flussi commerciali con l’estero si sono ridimensionate grazie al rallentamento dei prezzi degli input, nonchè per effetto del rallentamento degli scambi internazionali; al riguardo, pesano le perfomance recessive della Germania, primo partner commerciale dell’Italia.

Ammontano ad oltre 319 miliardi di euro le vendite all’estero Made in Italy, per un incremento del 4,1% rispetto all’anno precedente (a fronte del +22,7% riferito al I semestre 2022).

Le dinamiche laziali, con oltre 14,7 miliardi di vendite sui mercati internazionali, registrano una significativa decelerazione delle vendite all’estero (-9,3%, rispetto al +15,2% precedente); la performance negativa è condivisa con accentuazioni piuttosto diversificate da tutte le realtà provinciali, fatta eccezione per il viterbese, che comunque ha un peso irrisorio sull’export regionale.

Considerando le province di Latina e Frosinone, che spiegano circa la metà dell’export laziale ed il 36% dei flussi in entrata, il valore delle esportazioni sfiora i 7,2 miliardi di euro, per una decrescita del 16,7% (a fronte del +17,6% referto al I semestre 2022). La flessione per entrambe le province si realizza con una maggiore accentuazione nella prima trimestrale, in continuità con il deterioramento degli scambi avviatosi nell’ultima porzione del 2022, complice il peggioramento della domanda mondiale.

Tra le destinazioni europee, che spiegano l’86% dell’export pontino, i principali mercati di sbocco sono, in primis, il Belgio (1,7 miliardi di euro, pari al 57% dei flussi verso l’Europa), destinazione “logistica” dei prodotti delle grandi multinazionali farmaceutiche che, dopo il rimbalzo dello scorso anno, mostra una consistente flessione (-38,3%, a fronte del precedente +54%); seguono a notevole distanza i Paesi Bassi in significativa espansione tendenziale (+44%), gli USA in ulteriore decrescita e la Germania anch’essa in area negativa (entrambi con una quota intorno al 7%).

In ogni caso, va evidenziato che, nonostante la flessione significativa del segmento farmaceutico, entrambe le province si confermano, comunque, tra le prime cinque realtà territoriali nella graduatoria provinciale, rappresentando rispettivamente l’11,4% e l’8,3% del totale delle esportazioni italiane.

Tra i primati dell’export locale, si segnala la buona performance pontina delle colture agricole non permanenti (orticole) che, con oltre 130 milioni di euro di vendite oltre frontiera (pari al 85% dell’export laziale), mostrano una importante accelerazione (+11,1%), confermando il trend positivo dell’ultimo biennio.

Il commento del Presidente Giovanni Acampora

“In un quadro di continua incertezza in cui il rallentamento degli scambi internazionali sta avendo ripercussioni per le principali economie, il Made in Italy rimane il punto di forza del nostro Paese e dei nostri territori. I segnali di rallentamento dell’export del farmaceutico e dell’automotive ci richiamano ad una maggiore responsabilità e le partnership su queste filiere già in essere con il mondo associativo, a cui la Camera per il 2024 ha destinato ulteriori importanti risorse economiche che sfiorano i 340.000,00 euro, vanno nella direzione di dare nuove prospettive di sviluppo a beneficio dei territori e dell’intero ecosistema regionale, di cui il basso Lazio è una componente produttiva significativa.

L’impegno della Camera, anche attraverso la sua Azienda Speciale Informare, per supportare le nostre PMI sui mercati internazionali quest’anno è stato ulteriormente rafforzato: oltre ai corsi di alta formazione per i manager, all’organizzazione di incoming con buyer stranieri e alla partecipazione alle fiere internazionali in accordo l’ICE e la Regione Lazio, è stato appena licenziato un bando per un ammontare di 400.000,00 euro di risorse camerali per favorire l’accesso ai mercati esteri”.

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