Epatite, una minaccia per la salute pubblica: l’importanza degli screening per salvare vite

Le armi a disposizione per combattere le epatiti sono rappresentate dalla diagnosi precoce, dal trattamento e dalla prevenzione

Il 28 luglio scorso si è celebrata in tutto il mondo la giornata mondiale dell’epatite, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel 2016 vari paesi del mondo hanno aderito all’obiettivo comune di eliminare l’epatite come minaccia per la salute pubblica entro il 2030. La priorità a livello globale è identificata nella lotta alle infezioni da virus dell’epatite B, C e D. Queste tre infezioni causano un’epatite cronica, che può rimanere per molti anni asintomatica e degenerare in cirrosi e tumore epatico, responsabili di oltre 1 milione di morti all’anno. Oltre il 95% dei decessi per epatite sono legati a questi tre tipi di infezioni croniche.

Le armi a disposizione per combattere queste epatiti sono rappresentate dalla diagnosi precoce, dal trattamento e dalla prevenzione. Diagnosticare l’infezione nelle persone inconsapevoli di essere contagiate consente di evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata e permette di interrompere la circolazione del virus impendendo nuove infezioni. Per poter rilevare la presenza del virus dell’epatite basta un semplice test. L’epatite C oggi può essere curata con successo e l’epatite B può essere prevenuta con la vaccinazione.

Nel Lazio è attivo il programma regionale per lo screening dell’infezione da HCV, che permette di rilevare le infezioni da virus dell’epatite C non ancora diagnosticate ed avviare le persone alla valutazione per il trattamento farmacologico gratuito che consiste nell’assunzione di compresse per bocca. Circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione.

Lo screening dell’HCV è rivolto ai nati tra il 1° gennaio 1969 e il 31 dicembre 1989 iscritti al Servizio Sanitario Regionale (SSR) della Regione Lazio, ossia coloro che sono assistiti da un medico di famiglia convenzionato con il SSR della Regione Lazio o che sono in possesso del codice STP (stranieri temporaneamente presenti).

I vari tipi di epatite

L’epatite virale è un’infiammazione del fegato causata da un virus.  I virus dell’epatite più comuni in Europa sono i tipi A, B, C ed E (comunemente indicati come HAV, HBV, HCV e HEV). Anche se i loro effetti sul fegato e i sintomi che producono possono essere simili, la gravità e la durata della malattia sono determinate dal virus che l’ha causata.

Mentre l’infezione da virus dell’epatite A si trasmette tipicamente attraverso gli alimenti e le bevande contaminate o il contatto diretto con persone infette e provoca un’infezione acuta, l’epatite B e C di solito si verificano a seguito del contatto con fluidi corporei infetti e possono in alcuni casi causare un’infezione cronica. Insieme, HBV e HCV sono la causa più comune di cirrosi epatica e cancro.

Il virus dell’epatite D per infettare le cellule del fegato richiede l’ausilio del virus dell’epatite B, quindi l’infezione si manifesta in soggetti colpiti anche da HBV.

L’epatite E è un’infezione acuta o cronica. Le infezioni acute causano un’epatite autolimitante, ma possono diventare croniche nei pazienti immunocompromessi con il rischio di sviluppare una grave cirrosi epatica. Le donne in gravidanza sono più a rischio di sviluppare forma gravi. In Europa, l’epatite E è principalmente una zoonosi con serbatoio nei maiali o nei cinghiali. L’infezione si trasmette attraverso il consumo di carne suina contaminata e non adeguatamente cotta o altri prodotti a base di carne di maiale o selvaggina.

Sono disponibili vaccini sicuri ed efficaci per prevenire il virus dell’epatite B (HBV) e dell’epatite A (HAV). Sono disponibili trattamenti con antivirali per l’infezione cronica da HBV; HCV e HDV.

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