Diabolik ed Eva Kant tra segni e inganno, a Ventotene la mostra di Carmine Cerbone

A 60 anni dall’uscita del primo numero, l'artista rende omaggio agli iconici personaggi creati dalle sorelle Giussani

Il primo novembre del 1962, le sorelle Angela e Luciana Giussani crearono due personaggi che rivoluzionarono per sempre il fumetto nero italiano, introducendo nell’immaginario collettivo due anti-eroi dalla morale discutibile: Diabolik ed Eva Kant. A 60 anni dall’uscita del primo numero, Carmine Cerbone rende omaggio ai personaggi di Diabolik ed Eva Kant con una serie di dipinti ad olio su tela che immortalano i primi piani dei due protagonisti del crimine e il loro legame indissolubile che oscilla tra una conturbante passione e il brivido di un imminente pericolo. E’ l’amore che va a braccetto con la morte, ad aver reso Diabolik ed Eva Kant così attraenti agli occhi dei lettori di questo fumetto in formato tascabile, pensato inizialmente per intrattenere i pendolari durante i loro brevi viaggi tra casa e lavoro con storie avvincenti e ricche di mistero, sulla scia dei personaggi dei romanzi d’appendice francesi come Fantomas e Arsenio Lupin. Nelle opere di Carmine Cerbone l’attenzione è proprio sugli occhi, specchio e arma di seduzione e inganno in cui si riflettono gli intenti machiavellici dei due protagonisti, capaci di celare dietro la loro ipnotica bellezza camuffamenti e diabolici piani. Ed è proprio la seduzione, dal latino se-ducere (portare a sé, condurre fuori dal retto cammino), l’arte più sottile di questi due personaggi che si differenziano dagli eroi e supereroi di tutti i fumetti pre-esistenti; Diabolik ed Eva Kant non seducono il lettore attraverso le loro gesta (per molti versi deprecabili), ma attraverso il loro intrinseco carisma, che trova proprio negli occhi la sua dimora. In una vita in cui gli inganni e il gioco delle identità celate sono all’ordine del giorno, l’attrazione sessuale e l’intesa psicologica tra Diabolik ed Eva costituiscono l’unica ed intramontabile verità delle loro esistenze, e ciò li ha resi negli anni più tangibili e credibili della maggior parte dei personaggi di finzione creati dalla letteratura di genere.

EKD: La mostra affronta, illustrando con quadri dipinti ad olio, il significato profondo di due tra le più famose icone mediatiche: Diabolik ed Eva Kant; due personalità non realmente esistenti, ma destinate a vivere in eterno e reinterpretate dall’artista. Icone irreali che negli anni si sono schierate pro/contro importanti correnti. 1974: in un numero speciale “Diabolik ed Eva Kant” si schierarono apertamente contro il referendum per l’abrogazione dell’aborto; 2000: “Diabolik” è testimonial di una campagna pubblicitaria contro l’abbandono dei cani; 2007: “Diabolik ed Eva Kant” affrontano il tema dell’omosessualità. Il fumetto ha “vita”, si adatta al mondo circostante e ne fa parte. L’inganno è servito.

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